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sabato 29 dicembre 2007

Auguri a me e a voi.

Domani Spippy parte. 3 giorni tra Marche e Umbria, con tappe previste a Urbino, Perugia, in qualche paesino in riva al Trasimeno e con pernottamento in quel di Gubbio. Okay okay, se vedo Terence Hill prometto di salutarvelo. Pure l'autografo volete? Ma suo suo, o col nome d'arte di Don Matteo?

Domani Spippy parte e domani Spippy compie 22 anni. Sì sì, 22. Già 22. Non che mi possa lamentare eh.. gli acciacchi sono ancora limitati e facilmente curabili, la memoria tiene botta (soprattutto per quanto riguarda gli episodi più schifosamente malinconici della mia vita, quelli che spingi spingi spingi giù ma, niente, rimangono lì, avvinghiati a te come le cozze agli scogli), le tette per ora non sembrano risentire in modo preoccupante della forza di gravità e il sedere, a parte qualche decina di millimetri messi su in ste vacanze natalizie, entra ancora nelle mutande e nei perizomi di sempre. Però 22 anni su di me fanno un po' ridere. Io che dormo ancora abbracciata ai peluches dell'infanzia, alternandoli un tot di sere per uno, per non scontentare nessuno. Io che quando marcisco sui libri in vista di un esame o esco a camminare o vado al canile, mi acconcio con i classici codini alla Pippi Calze Lunghe Versione Codini Invece Che Trecce ( è una rivisitazione dell'originale ). Io che l'altra sera avevo la pelle d'oca alta 2 metri sulle braccia, mentre guardavo un dvd pieno di cartoni animati della Walt Disney (se l'avete, mettetevi su "Lezioni Di Sci" con Pippo... è semplicemente E S I L A R A N T E ). Eppure ne ho 22 e prima o poi dovrò rassegnarmi a crescere, a lasciare certe mie attitudini fanciullesche-spensierate-smaliziate-fintamente ingenue (e non mi riferisco a quelle precedentemente elencate, che sono zuccherini a confronto) che cozzano di continuo con quel pizzico di maturità che di tanto in tanto cerca di dire la sua.

Domani Spippy parte e non sarà qui il 31 per farvi gli auguri. E allora, anche se porta iazza ma peggio per voi, ve li faccio ora. E già che ci sono, vi tedio ancora un po' con il mio primo buon proposito per il primo anno:

FARE LA BRAVA BIMBA

Proposito che comporta, nell'immediato, una prima assunzione di responsabilità. Perchè cosa fa una brava bambina alle soglie dell'anno nuovo? Prende carta e penna e si appunta su un foglio e nella testolina una serie di altri buoni propositi. Sfortuna vuole che al momento non abbia carta e penna a portata di mano, ma , toh guarda, ecco un pc, una tastiera e un post da terminare.....

I PROPOSITI DI SPIPPY
(Ovvero: ciò che da una vita Spippy rimanda all'indomani, ma questa volta è la volta buona)
1) Non fare mai più la doccia dopo mangiato. Errore commesso la sera della vigilia e che mi è costato nausea e blocco della digestione per ben 3 giorni (e non mi è nemmeno servito a mangiare di meno, che anzi ho mangiato uguale e mi sono gonfiata come un palloncino).
2) Smetterla di rimandare il momento dello studio a 15 giorni prima dell'esame. Che poi ci esco scema, strippo e finisco coll'odiare la materia. Per esempio, in questi giorni sto facendo a botte con Dante. Non mi vuole dire che diavolo (notare il collegamento) aveva fumato prima di scrivere la Divina Commedia e chi è il suo fornitore. Se la giocano Virgilio e Niccolò III, il papa a testa in giù con i piedini fuori dalla fossa e arroventati dalle fiamme.
3) Non sclerare e non essere impulsiva. Cioè praticamente devo prendere il mio DNA, strappare i geni responsabili di cotali difetti e inserirli nel DNA di una pianta. Perchè altrimenti la vedo dura. Allora, che pianta preferite? Quella del cioccolato, che è a rischio estinzione e magari un po' di impulsività le farebbe bene, o quella della maria, per avere effetti psico-fisici ancora più devastanti?
4) Piantarla di farmi delle paranoie che non hanno ragione di esistere.
...
....
.....
......ehm....questa è davvero tosta. Non so mica se sono in grado... beh, vabè, io ci provo.
L'appuntamento è su Spippolandia tra 365 giorni esatti (e se il prossimo anno è bisestile fate voi i calcoli perchè ora vado a cena) per la verifica dei suddetti punti. Chi vivrà vedrà....
Buon 2008 a tutti, gente.

lunedì 24 dicembre 2007

WAR IS OVER

Auguri a tutti,

di cuore

( e il cuore di Spippy sbrodola affetto da tutte le parti !)

sabato 22 dicembre 2007

Care femministe, e Clementina Forleo?

"Mi è molto piaciuto il ritorno delle femministe, con la grande manifestazione di Roma contro la violenza maschile sulle donne. Mi è piaciuto perchè le femministe di oggi sono molto diverse da quelle degli anni '70, spesso troppo fanatiche, ideologiche, manichee, a volte caricaturali, per essere credibili. Le femministe di oggi sono mature, consapevoli, sobrie, intelligenti. Ho persino condiviso la contestazione alle parlamentari che tentavano di infilarsi nel corteo per strumentalizzarlo a uso e consumo di questo o quel partito: quando la contestazione non si manifesta in forme violente, ma si limita ai fischi e alle parole anche forti, non vedo lo scandalo. Che ci stanno a fare, nel corteo in difesa delle donne, le parlamentari che continuano a opporsi ai Pacs, e persino ai moderatissimi Dico, negando alle persone più deboli e meno garantite dalla società (omosessuali, lesbiche, conviventi di fatto) i loro diritti universali e costituzionali, soltanto perchè non rispettano i canoni della "famiglia tradizionale", che fra l'altro non si capisce bene come sia fatta?
Proprio perchè il corteo del 24 novembre segna una svolta positiva nel mondo femminista, mi ha sorpreso sfavorevolmente il fatto che nessuna promotrice abbia trovato nulla da ridire su quanto sta accadendo a una donna coraggiosa, forse ingenua ma perbene, come la giudice Clementina Forleo. Non perchè le femministe debbano difendere sempre e comunque ogni donna, per un malinteso corporativismo "di genere". Ma perchè Clementina Forleo è stata ed è a tutt'oggi sotto attacco anche in quanto donna. Non mi riferisco alle contestazioni disciplinari che le muove il Procuratore generale della Cassazione dinanzi al Csm: la gip di Milano si difenderà nel merito, con la consueta energia e determinazione. Parlo del tentativo scandaloso di farla apparire come una mezza matta, da parte di molti politici e di alcuni suoi colleghi, che lasciano cadere battutine di commiserazione del tipo "poveretta, dev'essere esaurita...", "evidentemente ha dei problemi...", "lasciamola in pace, è molto turbata...", per il solo fatto che ha partecipato a due puntate di Annozero e, quel che è peggio, per essersi commossa. Prima, ricevendo il premio Falcone e Borsellino e poi, durante l'audizione al Csm, Clementina non è riuscita a trattenere le lacrime parlando dei due colleghi assassinati dalla mafia e dei suoi genitori morti due anni fa in un tragico incidente d'auto dopo avere ricevuto misteriose minacce di morte. Se un giudice maschio piange rievocando la triste sorte di due martiri dell'antimafia, viene applaudito da tutti a scena aperta, perchè "anche i giudici hanno un cuore". Se una giudice femmina piange per le stesse ragioni, allora dev'essere fuori di testa. Almeno se le è toccata in sorte un'indagine che coinvolge i politici di destra e di sinistra, si capisce. L'informazione e la politica, in Italia, sono talmente degradate che qualcuno pensa tranquillamente di poter dimostrare che, se una giudice piange o parla troppo, allora le intercettazione che ha disposto sulle scalate bancarie e sui loro complici politici se l'è inventate lei. E questo dovrebbe allarmare tutti i cittadini, ma soprattutto le donne, ma soprattutto le femministe. O no?"

Articolo di Marco Travaglio.

Nessuno tocchi Clementina

giovedì 13 dicembre 2007

"Io che credevo alle favole e non capivo le logiche.."

Poi arriva il momento in cui ti rendi conto di un po' di cose tutte in una volta. Arriva il momento in cui decidi di prendere il libro e girare pagina. E per quanto tu sia consapevole che volerlo è solo metà dell'opera, riesci comunque a sentire quella briciola di ottimismo che ti spinge a crederci. A credere che tu, sì, proprio tu, l'eterna imparanoiata-schizzata-lunatica-insoddisfatta-sensibileallennesimapotenza, puoi prendere una decisione e,per una volta tanto, non abbandonarla alla prima difficoltà.

Arriva il momento in cui apri gli occhi e fuori è Natale, dappertutto è Natale. Ci sono luci, colori, addobbi. C'è la gente che corre alla spasmodica ricerca di regali da impacchettare, di sorprese da fare, di ricette da inventare. E ti ricordi com'era una volta il Natale per te, le sensazioni che ti dava, i brividi che ti riservava. Erano quelle emozioni i veri doni da trovare sotto l'albero. C'era la lettera a Babbo Natale, scritta in maniera precisa ed educata, infilata in una busta e spedita ad una non ben precisata "Via Dei Cieli". C'era il correre a letto dopo la messa di mezzanotte della vigilia, perchè altrimenti Babbo Natale non arriva se non dormi. C'era mettere un bicchiere di latte, un mandarino e qualche biscotto nel camino, per ringraziare la Befana del suo passaggio. C'era il biglietto che lei mi lasciava, con scritta incerta e tremolante, per ringraziarmi del pensiero. C'era correre nel lettone dei miei, la mattina del 25 dicembre e quella del 6 gennaio, per svegliarli e dir loro che ho sbirciato, i regali ci sono, e okay Gabri dorme, ma io non sto più nella pelle. C'era il precipitarsi dall'unica nonna ancora in buona salute, per trovare qualche pacchetto sotto il suo albero o nel pentolone in rame sotto al suo camino. C'era la cassetta del cartone animato di Walt Disney uscito quell'anno, regalo di routine ogni Natale, ma sempre apprezzatissimo. E così, quanti pomeriggi del 25 dicembre sul divano coi miei a guardare Cenerentola, Peter Pan, La Spada Nella Roccia ,Canto di Natale di Topolino, La Bella Addormentata Nel Bosco...

Datemi della mielosa, della sdolcinata, della bimba eternamente immersa nel mondo delle favole. Affibiatemeli tutti questi aggettivi, senza riserve. Perchè adesso è proprio così che voglio sentirmi. E' proprio quella spensieratezza che voglio risentire, fare ancora mia e non abbandonare mai più. Per girare pagina, sì, ma per ritrovare, dall'altra parte del foglio, quella me stessa che devo aver perso per la strada.

Raccontatemi che Babbo Natale esiste, è un signore anziano, con la barba lunga e bianca, che vive in Alaska (o Lettonia, va bene tutto..anche alla Hawaii, se preferite), in una casetta circondata dalla neve. Se ne sta davanti al caminetto acceso, a leggere le letterine dei bimbi e fuori le renne aspettano un suo comando per alzarsi in volo. Ditemi che non si è messo a dieta e che, per lui, il mese di dicembre è come per noi il mese di giugno: il mese della prova costume (e riteniamoci fortunati, che se noi abbiamo qualche rotolino in più, il bagno al mare possiamo farlo comunque. Immaginate invece se lui non dovesse passare dal camino, rischierebbe la cassa integrazione!).
Raccontatemi che la Befana non si è ancora decisa a rifarsi il guardaroba, affezionata com'è ai suoi 4 stracci vecchi e logori. E che non ne vuole nemmeno sapere di comprare un aspirapolvere, che magari, cavalcando quello invece della scopa, le si accorcerebbero i tempi del mestiere. A una certa età gli spifferi delle alte quote possono fare male.
Raccontatemi tutto quanto esiste di assurdo e surreale.

Per dirla con Vasco, voglio credere alle favole e non capire le logiche.

martedì 11 dicembre 2007

Niente paura

A parte che i sogni passano se uno li lascia passare..
Alcuni li hai sempre difesi, altri hai dovuto vederli finire.
Anch'io voglio vedere la luna da qui.

sabato 8 dicembre 2007

Stasera bevo perchè...

Guardo le foto attaccate alla parete che ho di fronte, in camera mia. Penso per un attimo sia arrivato il momento di staccarle tutte, una per una. Poi però mi chiedo se questa idea non corrisponda a qualche situazione emotiva nascosta, imperscrutabile, profondamente immersa nel mio SuperEs. Interviene una vocina con un briciolo di razionalità, che manda a cagare quella che ha appena parlato. Le dice di piantarla di sommergermi di dubbi assurdi e paranoie micidiali, che non hanno ragione di esistere. "Staccale, e appiccicane di nuove! ", incalza. La prima vocina si zittisce subito, ma io la sento parlare ancora. Allora mi domando se non sono forse matta, chè adesso sento anche le voci.. non solo, sento le voci che litigano e, sentendo una lite, mi piglia male e vorrei schierarmi, ma non so come, non so dalla parte di chi. Per fortuna (o purtroppo), ne arriva una terza a distrarmi, ricordandomi che è da una vita e un pò che non scatto una foto. Mi volto, la macchina fotografica è ancora lì, sul comodino, dove l'ho lasciata dopo l'ultimo, ormai lontano clic. E penso che sì, ci sono tanti album da riempire, tanti attimi da fermare, tanti colori da catturare. Ma, soprattutto, ci sono tanti dettagli da non trascurare più.. perchè sono quelli che fanno la differenza.

Un momento..mò ne sento un'altra, di voce. Sembra assetata, disperata, sembra aver bisogno di un bel bicchiere pieno, strabordante di pezzetti di frutta che galleggiano in un cocktail zuccheroso con un delicato, irresistibile retrogusto alcoolico...

Vuoi star ferma un secondo con le mani
Un altro whisky qui, un altro whisky sì...
E un'altra volta perché
perché è più facile
perché è più semplice di te,
stasera voglio che il mondo giri intorno a me
dammene un altro!
Vuoi star ferma, vuoi star coi pensieri..
vuoi star ferma di mettermi dei problemi..
vuoi star ferma un secondo o no,
insomma vuoi piantarla adesso no..
Stasera bevo perché
perché è più facile
perché è più semplice di te
stasera voglio che il mondo giri intorno a me
dammene un altro!

martedì 4 dicembre 2007

Ovetto Kinder

Da un po' di giorni a questa parte ho continui flash del passato. Ma non passato recente, che ormai faccio fatica a ricordarmi a che ora mi sono svegliata ieri mattina (N:B: mi sveglio tutti i giorni alla stessa ora), figuriamoci un po'. Il fatto è che giro per la strada e vedo un dettaglio e questo dettaglio, da piccolo e insignificante quale era stato fino a un secondo prima, ad un tratto si ingigantisce fino ad occupare tutta la mia mente (non a caso ho usato il verbo "ingigantirsi", bisogna assumere proporzioni enormi per riempire la capoccia di Spippy). Oppure parlo con i miei, a tavola, e una frase o una particolare inclinazione della voce o, che so, una risata, mi fanno ricordare un discorso, una battuta, una lite di anni fa. E magari quel che si stava dicendo non centrava proprio nulla con quel che mi sovviene.. e allora forse sono io che molto spesso non seguo i fili del discorso e mi perdo per il mio mondo fatato e fluttuante.. possibilissimo.
Beh, comunque, il punto è questo: in questo periodo sono sommersa dai flash-back (ma il plurale di flash-back è forse flash-backS?).
E ce ne sono di tutti i colori e per tutti i gusti.. ma quello che mi è rimasto più impresso ha come protagonista un prato ricoperto di brina. Questo prato non è un prato qualsiasi, è il prato della mia scuola materna. Che poi è stata anche la mia scuola media. Ebbene sì, dopo le elementari mi hanno rispedita indietro, checcevolete fà. (Per chi non l'avesse capito, sono ironica. Ma davvero non l'avevate capito? Ma se ho finito un attimo fa di elogiare l'incommensurabilità della mia materia grigia?!). Insomma, per farla breve.. questa brina mi ha riportato a una mattina come tante, quando la piccola Spippy, tenuta per mano dal suo babbo, muoveva le gambotte verso l'entrata della scuola. Non che Spippy fosse una bimba dal capriccio facile, tutt'altro (CI SONO TESTIMONI!!), ma quella mattina di andare a scuola non ne voleva proprio sapere. Probabilmente trattavasi di un lunedì (la piccola Spippy ancora non conosceva Vasco all'epoca, ma "Lunedì" sarebbe stata la colonna sonora ideale di quella situazione). Probabilmente Spippy aveva passato un bellissimo fine settimana all'insegna di giochi, coccole e cose buone da mangiare. Probabilmente Spippy si sentiva più sicura a stringere quella mano, che a buttarsi nella mischia dei suoi compagni di classe. E, vi giuro, mi ricordo come se fosse ieri la brina sotto i miei piedi. L'effetto che faceva calpestarla, sperando si trasformasse in metri di neve, così da impedirmi di raggiungere la porta. Guardavo in su, verso il viso di mio babbo, sperando di sentirgli dire: "Dai, torniamo a casa!". Non volevo lasciarlo andare via. Lacrimoni. Lacrimoni belli grossi, di quelli che se cadono su un foglio si allargano fino a formare una circonferenza di una certa grandezza, e magari il foglio lo bucano pure.

Com'è andata a finire? Spippy ha varcato la soglia della scuola e il suo babbo si è chinato a toglierle il giubbottino e la sciarpa. Le ha schioccato un bel bacio in fronte e le ha detto di andare, che quella sera sarebbe stato ancora più bello rivedersi.

Forse vi aspettavate chissà quale finale a sorpresa, chissà quale morale nascosta, chissà quale "perchè" di questo post. Spiacente, ma questo post non ha morale, non ha perchè, non ha sorpresa. E' una specie di ovetto Kinder, ma vuoto. E l'ovetto Kinder non ha nemmeno una morale, che io sappia. Un perchè forse sì, ma molto molto concreto: voglia di dolcezza.
Ecco, il mio post allora ha proprio questo perchè: voglia di dolcezza o, meglio, voglia di ricordare quanto è dolce ricordare la dolcezza.

A proposito di Ovetto Kinder, ora che ci penso.. mi è venuto in mente un altro dettaglio di tanti, tanti anni fa...

domenica 2 dicembre 2007

Quando la capricorna è in calore.

Qualche giorno fa protestavo per l'anno astrologico affibiatomi da BlogSpot. Così mi sono messa a girovagare per la rete alla ricerca di qualche informazione in più, che magari il bue non è poi così male come animale e magari saltava fuori che chi è del bue è una persona stupendissima. Non che abbia bisogno di conferme a tal riguardo, ma un pò di sicurezza in più non fa mai male.


Alla fine... non ho trovato niente. O meglio, avrei anche trovato, ma la mia attenzione si è spostata dal bue al capricorno (il mio segno zodiacale. Cornuta sono e cornuta resto) quando mi sono imbattuta nel testo che or ora mi accingo a copincollarvi.

Premessa fondamentale: non ho mai creduto e mai crederò a tali diavolerie. Ma quanto mi piace farmici 2 ghigne sopra...

COME SI COMPORTA IN AMORE LA DONNA DEL CAPRICORNO

Il Capricorno vive i sentimenti con serietà (BUAHAHAHAHAHAH !!!) e senso di responsabilità ma, sotto un'apparenza calma di autocontrollo e padronanza di sé, nasconde una particolare suscettibilità (AH ECCO, PERCHE' IO TUTTA STA RAZIONALITA' NON LA VEDO) dovuta all'eccessiva sensibilità (POVERA PICCOLA, TENERA CUCCIOLETTA....MIAAAAAAAO). Sembra incredibile ma per questo segno esprimere un'emozione equivale a sostenere un esame: anzi, se potesse, sceglierebbe quest'ultimo (COME SCUSA?)! A causa del pessimismo tipico del segno, il Capricorno ha paura d'amare non perché non creda ai sentimenti (CI CREDO PURE TROPPO), ma in quanto è consapevole che le storie d'amore possono concludersi (COSA? POSSONO CONCLUDERSI? LE STORIE D'AMORE POSS..? IO NON LO SAPEVO...). Questo atteggiamento scaturisce dal timore di non essere ricambiati, di restare delusi e abbandonati: Saturno, pianeta dominante del segno, può rappresentare la solitudine affettiva che il Capricorno potrebbe scegliere consapevolmente di vivere per tutelarsi dalle delusioni(MEGLIO SOLI CHE MALE ACCOMPAGNATI, TIE'!). Così, passa il tempo a convincersi che vivrebbe più tranquillamente senza questa strana malattia chiamata "amore": ma proprio quando è sconfortato e inevitabilmente chiuso in se stesso, arriva chi lo costringe ad aprire la porta del suo cuore (AO', MA CHE VUOI? CHIUDI L'USCIO, CHE SI RAFFREDDA TUTTA LA CASA!)! Nell'accostarsi a una nuova storia d'amore, agisce con estrema prudenza e non si sbilancia se non quando è più che sicuro della serietà e dei sentimenti del partner (CIOE' MAI). In amore esistono due comportamenti tipici del Capricorno: è in grado di vivere un sentimento in silenzio senza che il soggetto interessato se ne accorga, oppure è capace di ostinarsi per anni dietro a un amore travagliato o impossibile per poi, uscire allo scoperto al momento opportuno (E, DI GRAZIA, QUALE SAREBBE LA DIFFERENZA TRA I DUE ATTEGGIAMENTI? ): perché nessun segno sa aspettare con tanta pazienza quanto un Capricorno (SACROSANTA VERITA', AHIME')!



COM'E' IL CAPRICORNO NEI RAPPORTI DI COPPIA

Per natura diffidente e solitario (MADO', UN RELITTO SOCIALE..), il rapporto di coppia che preferisce instaurare è di tipo chiuso (CERTO, SE SI METTE DI MEZZO QUALCUNA FACCIO UNA STRAGE), sancito prima da un periodo di fidanzamento piuttosto lungo e poi dal matrimonio (MATRIMONIO, WHAT'S MATRIMONIO?): la convivenza può essere accettata solo come condizione passeggera (DOVREI PROVARE PRIMA DI SAPERLO....VOLONTARI?). Per il Capricorno, il presupposto fondamentale dell'amore è la fedeltà (E-EHM...). In certi casi, però, può vivere un rapporto per ambizione e interesse economico (SI SI, INFATTI FINORA HO SCELTO I MIEI PARTNER TRA LE FILE DELL'ARISTOCRAZIA, GENTE DI UN CERTO CALIBRO, INSOMMA), compartecipando al lavoro del partner (SCUSA EH, MA SE ME LE SCELGO RICCO E AFFERMATO, TANTO VALE CHE FACCIA TUTTO LUI E IO MI LIMITI ALLA NOBILE ARTE DELLO SVACCO, O NO?). A situazioni di compromesso, preferisce la solitudine ma in contrasto a questo, può avere una resistenza eccezionale a perpetuare una storia difficile anche nella consapevolezza che gli procuri sofferenza (CONFERMO). La coppia moderna non gli interessa: preferisce un rapporto di tipo tradizionalista (CEEEERTO: PER GIRARE MANO NELLA MANO LASCIO PASSARE NON MENO DI 2 MESI. DOPO ALTRI 9 MESI, FORSE, IL PRIMO BACIO SENZA LINGUA. PER UN BACIO ALL-INCLUSIVE VOGLIO VEDERE L'ANELLO AL DITO, CON TANTO DI DIAMANTI, GRAZIE. TUTTO IL RESTO SOLO DOPO IL MATRIMONIO). Fortunatamente, più passa il tempo e più il nostro Capricorno acquista fiducia e si libera dall'ossessione di sbagliare, diventando sempre più tenero, affettuoso e innamorato (E ALLORA SI' CHE INIZIA LO SPETTACOLO A LUCI ROSSE..). Considerando che c'è chi nello Zodiaco fa il cammino contrario, è un punto a suo favore (CHE CULO!!)!



LA DONNA CAPRICORNO IN COPPIA (MA FINORA DI COS'ABBIAMO PARLATO?)

Ha una spiccata femminilità che le riesce di manifestare solo con un partner di cui abbia completa fiducia (MIAAAAAAAAAAAO). Appassionata (DI' PURE PORCA, NON MI OFFENDO) e fedele, è sicuramente un'ottima compagna che ha molto da dare (C.V.D.) nel rapporto di coppia. Spesso indipendente economicamente (IO NON RIENTRO IN QUELLO "SPESSO"), è una donna che per certi versi può intimidire l'uomo con la sua sicurezza e determinazione. In genere, sotto quest'apparenza forte, nasconde una notevole dose di fragilità (TI RIPETI..). Se non è giovane , per difendersi dalle delusioni affettive, ha probabilmente indossato una corazza di ferro che le fa assumere atteggiamenti prudenti nei rapporti con l'altro sesso. Il suo peggior difetto resta quello di dominare gli altri e le loro scelte: sarebbe consigliabile che eserciti un'attività indipendente dove "sfogare" la sua tendenza al comando affinché non la riversi nella vita privata (ESISTE LA GIGOLO' FEMMINA? -N.B. :NON HO DETTO T****A, CI TENGO ALLA REPUTAZIONE. MI SEMBRA OTTIMA COME ATTIVITA' DOVE SFOGARE LA MIA TENDENZA AL COMANDO...)!




E' venuto bene il capricorno che mi sono fatta tatuare sotto l'ombelico, trovate anche voi?





sabato 1 dicembre 2007

E' più forte di me

Vasco, devi scusarmi.
Scusa se le prime note che attraversano questo neonato blog non sono tue.
Scusa davvero, ma oggi nelle cuffie è passata questa canzone e le sue parole hanno portato i miei battiti cardiaci ad una velocità pazzesca. Da cardiopalma.

E' stato più forte di me...

venerdì 30 novembre 2007

Ho fatto un sogno, anzi due o tremila.

La teoria dei sogni, la lettura del mondo esterno attraverso l'attività onirica, il significato più o meno esplicito dei pensieri prodotti durante il sonno, non si scoprono oggi. E' storia antica, assodata, materia di studio che qualcuno custodisce gelosamente, altri si giocano al Lotto o alla roulette. Sognare fa bene: che succeda a occhi aperti o che si riesca a ricordarli al volo, quando suona la sveglia. "On" sono quelli di tutti i giorni, che mi porto in giro come fosse l'iPod, desideri tascabili, quotidiani; "off" , quelli che lasciamo alle massime profondità e vengono a galla quando meno te lo aspetti. Comunque è una moltitudine, un esercito in movimento: un lavaggio della coscienza, uno specchio di cui non fare a meno. Si sogna in bianco e nero o a colori, con il sonoro -dialoghi e musiche compresi -, o no: importante è farlo, non smettere mai, restare sempre accesi, dentro e fuori.
C'è quel genere di sogni che si possono ripetere, da tenere con sè, cullare sotto forma di desideri nella speranza che si materializzino: ritrovare gli amici e i giochi dell'infanzia, la compagna di banco dei primi palpiti, la fidanzata con cui hai condiviso il concerto della tua vita, quella che ti ha fatto sentire una sinfonia intera nella testa e nel cuore. Avere ancora, strette intorno a noi, le persone care, che non ci sono più e che aumentano, mentre si va avanti.
Poi troviamo i sogni che attraversano la strada come un gatto nero, o un cavallo bianco sormontato da una principessa: sono quelli che preferisco, film un po' psichedelici, con colonna sonora a piacere.
Questo, di qualche tempo fa, riguarda un cinema in fondo al mare.

Marco mi ha telefonato per uscire stasera, sa che mi piace andare al cinema: è un amico, mi segnala un nuovo locale, vuole stupirmi e ci riuscirà. Arrivati all'ingresso, ecco un corridoio che conduce a due sale diverse, la tradizionale e la "special" quella che scegliamo noi, naturalmente. Alla cassa ci indicano una porta, è il guardaroba dove viene fornita una tuta da sub e le necessarie attrezzature per l'immersione: "Fra poco si scende". In questa sala si proiettano film molto particolari: chi li ha girati, dal regista agli operatori, ha pensato all'eventualità di mostrare e sviluppare un'altra storia parallela, mostrando quello che sta sotto la superficie. Una modalità espressiva e una categoria dello spirito intesa come un modo per farci riflettere su tutto quello che resta "sotto": la terra, l'acqua, le nostre storie personali, la vita quotidiana, l'altrove e il dietro le quinte.
Lì albergano le visioni, i limiti, i tagli obliqui, il non detto delle persone e dei luoghi, il lato oscuro e segreto che vogliamo e/o dobbiamo nascondere nelle cose, l'intimità sbalorditiva, il doppio che risiede in tutti noi, quanto nelle opere d'arte: roba da sfogliare come un libro prezioso.
Buio, si spengono le luci, si accende lo schermo: va in onda l'altra metà dell'essere.
"On", prendiamo visione di quello che sta sotto, imparando a volare oltre: se andiamo al cinema o semplicemente usciamo di casa, bisogna guardare non solo sopra, ma pure al di là. E' una questione di scelta, di vita. Facciamo che a decidere la posizione "off" non siano le persone sbagliate. Non ce lo meritiamo. Parola di un sognatore.

"Diventa il cambiamento che vorresti nel mondo" (Gandhi)

Testo di E.Gentile.
Liberamente tratto dalla Smemo di quest'anno.

mercoledì 28 novembre 2007

Bue?

Dato che sono nuova di qui, stavo spastrocchiando un po' in giro per capire come funziona (sono impedita, lo so), quando mi sono resa conto che nel mio profilo risulta che il mio anno astrologico è quello del bue.
Ora, io non ho niente contro i buoi, per carità, ma.... non c'è proprio modo di avere un altro anno astrologico? Che so, della farfalla?

Uffa, appena arrivata e già mi sento dare della cornuta.

Le mutande del sole.

Oggi ho pensato una cosa: ho pensato che ogni giorno ha la sua luce.
Vedo di spiegarmi.
Prendiamo un'ipotetica cavia X (essere umano, dotato di tutte le facoltà intellettive, non sotto l'effetto di alcool o stupefacenti) e chiudiamola per qualche giorno in una camera sprovvista di finestre (ho dimenticato di dire che X non deve soffrire di claustrofobia). Magari portiamo a X anche da mangiare, così l'esperimento può procedere senza mietere vittime. Bene. Dopo un tot di giorni, estraiamo il soggetto X dalla sua prigione e conduciamolo all'aperto. Concediamogli il tempo di ripigliarsi e poi, guardate, sono si-cu-ris-si-ma che alla domanda: "che giorno della settimana è oggi?" X ci saprà rispondere in modo corretto. Perchè la luce del mercoledì non è la stessa della domenica, e quella del martedì è diversissima da quella del lunedì. Il sole cambia d'abito ogni mattina, un po' come noi. Sì, okay, non tutti si vestono ogni giorno in modo diverso, perchè non tutti hanno un guardaroba alla Paris Hilton. Però le mutande, dai, almeno quelle ce le cambiamo (in caso contrario, non ditemelo, non lo voglio sapere). Ecco, anche il sole si cambia le mutande: un giorno i classici mutandoni della nonna -quando è nuvolo- , il giorno dopo un perizoma mozzafiato -quando è mui caliente -, il giorno dopo ancora.... niente, perchè la lavatrice si è rotta e le mutande pulite sono finite.

Questa, dunque, la mia teoria.
Non importa che vi affrettiate a farmi complimenti, a lodare la genialità della mia mente, ad intasare le linee telefoniche per congratularvi con la sottoscritta. Al momento sono impegnatissima, non avrei proprio tempo per rispondervi. Sapete, sono in lizza per il premio Nobel e per partecipare alla cerimonia devo compilare tante di quelle scartoffie da...Ops, la mia candidatura doveva restare segreta.. bè, in fondo l'ho solo scritto nel web, poco male!
Si accettano comunque volontari per il ruolo di "cavia X" nel mio esperimento. Soprattutto se maschi, aitanti, età compresa tra i 22 e i 30 anni, giocherelloni.... Luogo dell'esperimento: la tavernetta di casa mia. Vitto: piatti tipicamente romagnoli (ai fornelli c'è mia mamma, garantisco io per lei).