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domenica 27 aprile 2008

L'ultimo dei moican...no, l'ultimo dei giornalisti.

Ho visto questo video nel blog di Christian e ho deciso di copiargli spudoratamente l'idea di postarlo. Sarà perchè a me questo giornalista piace, e anche molto. Sarà perchè, al di là del fatto che si possano apprezzare o meno le iniziative di Grillo, al di là del fatto che Grillo stesso possa piacere o meno, c'è bisogno di gente che dica le cose come stanno. C'è bisogno che ci si svegli un po' tutti quanti.


giovedì 24 aprile 2008

Si riciclano vibratori.

Questo riepilogo non è disponibile. Fai clic qui per visualizzare il post.

sabato 19 aprile 2008

Oggi mi sento così

..."Erano giorni di fogli di macchina da scrivere decorati con il sole o un prato, o il fiore a cinque petali con cui Aidi firmava i suoi messaggi. Tutte cose disegnate a matite colorate. A lei arrivavano fogli di computer scritti fitti, parole un pò allegre e un pò tristi in New York 10 punti; e il vecchio Alex l'immaginava seduta al tavolo di una camera che non aveva mai visto, mentre leggeva: "Se vuoi un amico, addomesticami". "Cosa bisogna fare?"aveva chiesto il piccolo principe."Bisogna essere molto pazienti",aveva risposto la volpe. "All'inizio ti siederai un pò distante da me, così, tra l'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio, e tu non dirai niente. Le parole sono fonte di malintesi. Ma giorno dopo giorno, potrai venire a sederti un pò più vicino...". Il giorno seguente il piccolo principe era tornato. "Sarebbe stato meglio tornare alla stessa ora",disse la volpe. "Se, per esempio, arrivi alle quattro del pomeriggio, io comincerò ad essere felice sin dalle tre. Più passerà il tempo e più sarò felice. Quando ormai saranno le quattro, mi agiterò e mi preoccuperò: scoprirò il prezzo della felicità." ...



(Una volta s'era presentanto all'appuntamento prima di lei, e non appena l'aveva vista venirgli incontro, il casco in mano e la sciarpa colorata, non appena l'aveva riconosciuta da lontano, in mezzo alla gente, le era corso incontro cantando senza aprire bocca: si erano abbracciati ridendo, baciati sulle guance fredde.)"

..."Quel diavolo d'un uomo era più emozionato a stare sdraiato nell'erba di fianco ad Adelaide dandole la mano, di quanto non fosse mai stato negli sporadici Momenti Particolarmente Erotici della sua vita. Era tutto talmente nuovo, pulito, fresco, pensava il nostro diavolo."

..."In quelle sere di primavera, seduti al tavolo di cucina coi libri sparsi un po' in giro, la musica a basso volume e la candela accesa, Alex cominciava a capire cosa fosse la felicità; e forse, aveva visto correre rapido e silenzioso come un'ombra, appena fuori dalla finestra, anche quell'altro semidio dardeggiante. Gli era sembrato fosse lui, insomma. E anzi, ripensandoci a mesi di distanza, con Aidi ormai oltreoceano, se ne sarebbe convinto definitivamente: Uh, era lui. Era proprio lui...

(Alla luce di quella candela portentosa, aveva sentito per la prima volta la forza immensa che abbiamo dentro.)

Guardare in silenzio le labbra, i capelli, le mani di Aidi alla luce di quella candela, era un'emozione maestosa come sdraiarsi sui binari e fermare una locomotiva con la forza delle gambe o nuotare in apnea, per ore, in un mare - perdonàtelo - di tè fresco alla pèsca."


Tratto da "Jack Frusciante E' Uscito Dal Gruppo".

martedì 15 aprile 2008

Per un sorriso milionario.


Ragazze, dobbiamo affrettarci. Adesso che il popolo degli italiani ha eletto i suoi degni rappresentanti, a noi resta una sola arma: il sorriso. Ecco alcuni semplici e pratici consigli per avere un sorriso a prova di conquista:


  • Acquistare il miglior dentifricio presente sul mercato. Fatene una bella scorta, perchè ad ogni lavaggio dovrete utilizzarne un discreto quantitativo. Non importa se dovrete spendere una cifra, credetemi, ne varrà la pena.

  • Acquistare due tipi di spazzolini: quello classico, con setole dure, anzi no, durissime e quello elettrico. Ad ogni lavaggio utilizzarli entrambi.

  • Lavarsi regolarmente i denti. E con regolarmente intendo non solo dopo ogni pasto (cosa che mi auguro facciate già), ma ogni 2 ore. In questo modo, non solo assicurerete uno splendido smalto ai vostri denti, ma sarete tranquille anche dal punto di vista dell'alito.

  • Utilizzare il filo interdentale almeno 3 volte al giorno, ovvero sempre dopo i pasti principali (e se fate qualche merendina, già che ci siete, utilizzatelo di nuovo!). E non cercate di fregare: il filo va passato in mezzo a tutti i denti! Che poi se, per pigrizia, non pulite una fessura, va a finire che è proprio quella in cui si è andato ad incastrare il maledetto residuo di insalata!

  • Vietato masticare chewing-gum (anche se senza zucchero).

  • Vietato mangiare caramelle. Sono concesse solo ed esclusivamente quelle per il mal di gola, a patto che dopo procediate con un lavaggio intenso ed accurato: dentifricio, spazzolino classico, spazzolino elettrico, filo interdentale.

  • Vietato fumare, che poi i denti assumono quel colore giallo-ocra decisamente inguardabile.

  • La durata complessiva del lavaggio dei denti non deve essere inferiore ai 30 minuti: se vi avanza del tempo aggiungete altro dentifricio e ricominciate daccapo.

E infine, mi raccomando: se per caso doveste sentirvi abbandonate a voi stesse e ai vostri lavaggi, non sarà stato vano prendersi cura del proprio sorriso. Ne va del vostro futuro. E questo video sarà sempre qui, pronto a ricordarvelo:


Con affetto,

una futura eterna precaria come voi.

domenica 13 aprile 2008

Elezioni 2008.


giovedì 10 aprile 2008

Non Pensarci.

Il Foglio

Il più bel film italiano di quest’anno (probabilmente anche del prossimo, e del prossimo ancora..).

La Repubblica

E´ nata con Non Pensarci la via italiana alla comicità ebraico-newyorchese? Gianni Zanasi incarna il felice innesto di Woody Allen su Monicelli (che ha benedetto il film)? (...) deliziosa ma molto densa commedia (...) Battute a pioggia e ritmo serratissimo.

Il Manifesto

(...) con irriverente umorismo Zanasi conferma il suo talento di saper far ridere senza per questo darsi delle etichette. (...) C'è il tono surreale della provincia e i suoi riti, l'instabile del contemporaneo che in apparenza manco li scalfisce, e quel tono trasversale, di distanza partecipe che li restituisce capovolti.(...) Il cinema di Zanasi si sposta per movimenti impercettibili, ha la vitalità dell'imperfezione e del sentimento. Con la dote rara di catturare l'istante in esperienze (immagini) riconoscibili. Per renderle però ogni volta inattese.

Il Giornale

(...) è un'azzeccata commedia familiare di atmosfera romagnola.

Il Corriere Della Sera

(...) quello che poteva essere un ritratto nemmeno tanto originale dei mali della provincia diventa il quadro variegato e divertente di un Paese dove i luoghi comuni della "finzione all'italiana" sono aggirati, evitati o ribaltati (...) mentre Zanasi usa gli stereotipi degli adulti che non vogliono crescere e che confondono i sogni con la realtà (o le battute da bar per discorsi seri) con una leggerezza e una ironia che conquistano. (...) Valerio Mastandrea si conferma il migliore degli attori della sua generazione (...)

L'Unità

(...) è un film a dir poco sorprendente. Una commedia ben scritta e ben equilibrata, con un cast di attori in stato di grazia e una storia originale, stracolma di idee e di invenzioni, capace di raccontare destini, problemi, amori di un'Italia di provincia che aspetta solo di essere mostrata. (...) Film indipendente che ci fa riscoprire un Zanasi rinato, fresco, pungente, attento alla realtà, capace di far girare i suoi attori sulla giostra di dialoghi e situazioni spesso commoventi, certo bizzarre, sempre vere. (...)

Spippy's News

Quoto in pieno i miei colleghi giornalisti, ndr.

E aggiungo: colonna sonora fantastica. Se qualcuno, per caso, dovesse possederla, è gentilmente pregato di informare la sottoscritta.

Mucias grazias tesoritos!!


martedì 8 aprile 2008

Contenta.

Che poi, alla fine, io dico dico, ma dare questo esame di letteratura italiana è stato quasi un piacere. Perchè ho passato tante giornate in compagnia di gente interessante, di gente che in un modo o nell'altro verrà comunque ricordata per le sue idee, per il suo modo di scrivere, per il suo modo di pensare. E non è una cosa da niente, essere ricordati per il proprio modo di pensare. Che poi Dante si facesse le canne e una serie inimmaginabile di viaggi mentali, questa è un'altra storia. E ne sono fermamente convinta. Però gli riconosco di avere avuto delle cavate davvero originali, come riconosco a Francesco di aver saputo raccontare come pochi una condizione tormentata, con questo Amore che lo rincorreva da tutte le parti, e lui non poteva andare nemmeno nei luoghi più appartati che zac! arrivava la brezza dell'aura (l'aura=Laura, geniale..) a ricordargli di lei e lui stava male e non sapeva come fare.
Poi c'è quell'altro, quel Niccolò a cui tutti imputano il modo di dire "il fine giustifica i mezzi". Beh, non è vero niente.. Niccolò ce l'aveva una morale, ed era anche fermamente convinto che fosse giusto attenervisi. Con l'unica eccezione che, se un principe voleva davvero assicurarsi il controllo del suo Stato, doveva imparare ad essere una golpe e pure un lione, perchè con le belle parole e il bel musino di facciata non sarebbe arrivato tanto lontano. Condivisibile o meno che sia questo pensiero politico, è comunque un Pensiero Politico con le pi maiuscole. Insomma, c'era gente, nella nostra Italia di secoli fa, che c'aveva davvero le cosiddette palle. Anzi no, le Palle, metto pure qui la pi maiuscola.
E sto pensando anche a Tommaso, che si è fatto 27 anni di galera solo perchè andava predicando la giustizia e l'uguaglianza tra gli uomini. Solo perchè non ci stava al conformismo religioso e al dispotismo politico, e la Controriforma con la sua Inquisizione e l'Indice dei libri proibiti erano cose da sputarci sopra. Va bene che lo dico io, che sono una streghetta e all'epoca, con i miei capelli neri e i miei nei, sarei stata la prima ad essere arsa sul rogo. Però cavolo, 27 anni in galera senza aver ucciso nessuno, senza aver molestato un bambino, senza essere un boss mafioso, senza aver mandato in malora i risparmi di una vita di gente che ha investito nella Parmalat. Fa quasi ridere, se si pensa che i nostri criminali non stanno dentro neanche un giorno.
E poi mi viene in mente Ettore, che preferiva farsi chiamare Italo, e che ci ha regalato alcune delle più belle figure di inetti della storia. Io la Coscienza di Zeno l'ho già letta tre volte e sarei pronta a ricominciare anche subito. Perchè nello smarrimento dei personaggi di Italo c'è lo smarrimento della nostra società di oggi..
e negli Uno Nessuno e Centomila di Luigi ci sono gli uni e i nessuni e i centomili che vivono in ognuno di noi.
C'è la consapevolezza di avere davanti una realtà che non afferreremo mai, quel male di vivere di Eugenio che, cavolo, in quei cocci aguzzi di bottiglia sopra ad un muro ha racchiuso tutto il racchiudibile. E forse anche qualcosa di più.
Andrei avanti ad oltranza, per non dimenticare chi si è vissuto la guerra sulla pelle, chi ha parlato di partigiani, come Cesare e Beppe.. chi ha parlato di Auschwitz, come Primo.



Ho scoperto (nella mia ignoranza infinita) che Cesare si è tolto la vita il 26 agosto 1950, lo stesso giorno in cui usciva "La Luna e i Falò". Era all'apice della sua fama letteraria e mondana. Ma era solo, nell'albergo Roma a Torino. Tutti hanno detto che la causa principale fu il suo amore per una bellissima ed ambiziosa attrice americana, ma un po' sbagliavano. Sbagliavano perchè nel suo diario, "Il Mestiere Di Vivere", c'erano parole di una profondità assoluta: "Non ci si uccide per amore di una donna. Ci si uccide perchè un amore, un qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla.".


Vi ho annoiato, lo so. Solo volevo condividere tutta una serie di pensieri che, in queste settimane di studio, hanno affollato la mia mente. E' che prima, tutta presa dal poco tempo a disposizione e dall'agitazione per l'esame, non avevo dato loro il giusto spazio. Alla fin fine sono contenta..
  • contenta di essermi fatta qualche canna insieme a Dante (che poi si chiamava Durante, e chissà se è esistito davvero.. non abbiamo nemmeno una sua firma autografa, fumato com'era si è scordato dei diritti d'autore)
  • contenta di aver chiacchierato sotto ad un lauro in compagnia di Francesco
  • contenta di aver discusso di politica e campagna elettorale con Niccolò
  • contenta di aver sognato con Tommaso un mondo fatto di giustizia e rispetto
  • contenta di aver riso delle stranezze di Zeno Cosini
  • contenta di essermi guardata allo specchio insieme a Luigi che mi faceva venire il dubbio di essere agli occhi degli altri una nessuna e centomila (in effetti con Luigi ho un po' litigato, resto fermamente convinta che di Spippy ce ne sia UNA SOLA)
  • contenta di essermi punta il dito su uno dei cocci aguzzi di bottiglia di Eugenio
  • contenta di aver corso insieme a Milton, il partigiano di Una Questione Privata
  • contenta di aver ricordato quello che mi raccontavano i miei nonni sui nazisti

.. e infine contenta di essermi sentita un po' nuda, un po' misera e un po' inerme di fronte all'Amore.


sabato 5 aprile 2008

Deh...

Io non so s'i mi fui qui troppo folle,
ch'i' pur rispuosi lui a questo metro:

"Deh, or mi dì: quanto tesoro volle
Nostro Segnore in prima da San Pietro
ch'ei ponesse le chiavi in sua balia? (...)"




Io non so se ora sono troppo nefanda,
che pur ti rispondo con un'altra domanda:

"Deh, ora dimmi: quanto fumo hai inalato
prima di scrivere sto poema allucinato???"

venerdì 28 marzo 2008

Presto, di mattina.

Suona la sveglia, ore 7. Gli occhi si socchiudono, piano. Che fatica. Sbircio dalla parte del fascio di luce che entra dalla finestra e si appoggia sul letto. Lo seguo in direzione opposta al suo senso di marcia, cercando di andare con lo sguardo fuori, oltre il vetro, oltre gli scuroni accostati, oltre la terrazza. Non ce n'è bisogno, perchè sento un ticchettio che dice pioggia e quella luce in effetti è troppo fioca per dire sole. Dov'è finita la primavera. E' questo il mio pensiero delle 7 di mattina, dov'è finita la primavera. E comunque il mio corpo dice di no, che non ce la può fare a tirarsi su, che la pelle vuole ancora sentire le lenzuola su di sè, e le gambe si allungano a cercare gli angolini ancora freschi. E' una cosa che faccio da quando ho memoria, quella di cercare i punti rimasti freddi dopo una notte intera di sonno sotto le coperte. Anche d'inverno, non importa, l'importante è che quell'angolino ci sia. Sposto la sveglia di un'ora e dormo. Poi di nuovo quel suono e questa volta non posso rimandare. Questa volta allontano da me coperte e lenzuola, raccolgo i peluches sparsi ai piedi del letto, gli stessi di cui ogni sera mi circondo prima di chiudere gli occhi. Infilo il pigiama, e sì, lo so, il pigiama ce lo si mette alla sera, ma io faccio tante cose al contrario. Poi una nostalgia, sciocca forse, ma dolce solo a pensarla. Ho voglia della colazione di un tempo, quella che poi quando avevo finito andavo a scuola. Che sia davvero dolce, come nostalgia, me lo conferma il sapore del caffèlatte, caldo ma non bollente, che se no i Pavesini fanno la pappetta e non va più bene, devono essere croccanti, almeno un pò. Tutto nella vita deve essere così, dolce e croccante allo stesso tempo. Tenero ma forte, morbido ma resistente. Forse anch'io dovrei essere così.

E' questo il pensiero delle 8.15 di mattina. Come mi piacerebbe essere.





lunedì 24 marzo 2008

Destinazione inferno.

Tuu... tuu... tuu...

Risponde la segreteria telefonica di Spippolandia. Spippy non è al momento disponibile, lasciate un messaggio dopo lo SPI e riceverete presto un commento di Spippy sui vostri blog . Aurevoir!
SPIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

Ueeeeee, sono io!! Come io chi?? Io Spippy, e chi se no? Ammvedi oh, metti su la segreteria e questa manco ti riconosce..bell'affare! Niente, volevo solo informare la gentile clientela di Blogger che in questo week-end pasquale (sì, lo so che il week end è praticamente finito, ma almeno mi sono degnata di avvisare, no? Mamma mia, sempre più odiosa sta segreteria..) non sarò presente nè su Spippolandia, nè sui vostri blogghi. No no, non sono a fare la classica gitarella fuori porta nelle città d'arte.. e non sono nemmeno a sciare sulle Alpi. Quando torno? Eh boh, adesso chiedo a Virgilio, che lui sicuramente sa essere più preciso. Il fatto è che Dante si ferma a chiacchierare con ogni dannato che incontriamo.. pensa che ieri è stato più di un'ora a farsi delle ghigne davanti ai piedi arroventati di Bonifacio VIII. Io cerco sempre di dirgli "Dai Dantolino bello, che c'ho voglia di tornare su dal mio piccì per sentire gli afezionados di Spippolandia".. ma non c'è niente da fare. Mi aveva anche raccontato la ciozza che all'Inferno la connessione internet funziona, e invece...
Oi, adesso devo staccare, perciò auguri a tutti e se per Pasqua sono in ritardo,
buona Pasquetta !!

giovedì 20 marzo 2008

C'era una volta, a Imola...


C'è una cosa che sento sempre, da 4 anni a questa parte, quando corro. Meglio, quando corro ed è primavera. Non parlo della natura in fiore, dei mille colori che si affacciano alla vita dopo il letargo invernale, del sole a tratti cocente a tratti ancora fresco, che mi sembra quasi di vederlo mentre scrolla dai raggi l'ultimo velo di brina. Non parlo nemmeno del vento che ogni anno, puntuale come un orologio svizzero, prende la rincorsa e scende lungo la vallata, incanalandosi tra le colline per affrontare con più forza lo sprint finale (tratto lungo il quale, ettepareva, incontra la sottoscritta costringendola a fare il triplo della fatica). Parlo di una nostalgia, sottile ma comunque percettibile per chi, imolese come me, ricorda ancora nitidamente cosa portava con sè la primavera fino a 4 anni fa: gente, persone, bandiere, trombette da stadio, lingue straniere, voglia di vincere, confusione, tende, baracchine di piadine romagnole piazzate ovunque, strade chiuse al traffico, cartelli indicanti zone di parcheggio ad ogni albero, musica che di notte scendeva dalle colline. E poi, alle 13 del sabato e alle 14 della domenica, un silenzio strano, rarissimo, accompagnato da un rumore costante.. che chiamarlo rumore a me non piace, perchè "rumore" è qualcosa che ti infastidisce, che ti irrita. Io lo aspettavo tutto l'anno, quindi per me non era rumore, era melodia.

Sembra ieri.

Sperare con tutta l'anima che quel week end fosse bel tempo, che non piovesse perlomeno. E gli anni, rari purtroppo, in cui la gara era prevista oltre la metà di aprile, era la gioia. Essere svegliata alla mattina dal rumore degli elicotteri, quando ancora stavo nella vecchia casa. Fare colazione in fretta, precipitarmi in giardino, osservare le strade gremite di auto e la pista ciclabile percorsa da ondate di tifosi tutti colorati. Aiutare i miei zii a "fare parcheggio" e farne un po' anch'io, riuscendo a sistemare nel mio cortile 4 o 5 macchine e qualche motore. Ricordo che un anno, facevo ancora le medie, tre ragazzi hanno passato la notte in tenda nel mio fazzoletto di prato. Io e la mia amica gironzolavamo loro intorno, erano molto carini e poi erano grandi e questo ci faceva perdere la testa. Seguire la gara alla tele, sapendo che se anche avessimo abbassato il volume, le macchine si sarebbero fatte sentire entrando dalle finestre. Chiedere a babbo di accompagnarmi su per i colli, per vedere anche solo un po' di frullo, qualche tedesco allegramente ubriaco, certi particolari di Imola magicamente diversi: tir enormi parcheggiati lungo le strade che costeggiano la Rivazza, accampamenti improvvisati vicino alla Tosa, il ponte dell'ingresso all'Autodromo irrimediabilmente affollato di bancarelle. Essere orgogliosa di vedere così tanta gente qui, proprio qui, in questa mia cittadina che semplicemente adoro. Sentire crescere la malinconia, la domenica pomeriggio, nel vedere tutti tornare alle auto, alle moto, ai camper, ai pullman.. dare qualche indicazione per evitare le code, io piccina che mi aggiravo in bici tra stranieri ed italiani, e ogni volta non mi sembrava vero di averli tutti lì.

Il 2004 è stato l'ultimo anno in cui il circuito di Imola ha ospitato il Gran Premio di Formula 1. Lasciamo perdere i miei ricordi fanciulleschi. Lasciamo perdere anche il fatto che il tracciato è stato modificato, che l'intero edificio che ospitava i box è stato fatto saltare in aria per essere ricostruito e, quindi, ammodernato. Lasciamo stare che tutto questo è costato un tot di soldi, come è facilmente desumibile. Lasciamo stare tante cose, che (penso di poter parlare a nome di un tot di imolesi) ci sono rimaste sul groppone. Ma la storia, dove la mettiamo? Dove lo mettiamo il nome del circuito che, non per dire, è intitolato a 2 certi signori, Enzo e Dino Ferrari? Dove le mettiamo le sue curve, il suo arrampicarsi sulle nostre belle colline per poi scendere verso il fiume Santerno quasi ci si debba tuffare tutto dentro? Dove lo mettiamo il ricordo di chi, a prescindere dalle responsabilità individuali, qui a Imola ci ha lasciato la vita? Certo, la memoria di un Senna o di un Ratzenberger non dipende da una striscia di asfalto, come non dipende da una statua o dai mazzi di fiori che ancora oggi qualcuno ci appoggia. Io, per esempio, Gran Premio di Imola o meno, mi ricorderò sempre del rumore dell'elicottero che passava sopra casa mia per portare Airton all'ospedale. Comunque resto dell'idea che Eccleston non rimarrebbe al verde, se riportasse tutta la baracca qui. Basterebbe abbassare i prezzi dei biglietti (ormai da capogiro negli ultimi anni) e le tribune tornerebbero ad essere invase dai fedeli tifosi di Imola. Ma forse è meglio correre in mezzo al deserto, con un solo alberello mingherlino a fare un po' di ombra e nessuna bandiera colorata all'orizzonte. E se la vedete, non illudetevi: è solo un miraggio dovuto all'arsura.


lunedì 17 marzo 2008

Occhioni

Quando qualcosa non va, mi avvicino a lei, mi avvicino molto e la guardo negli occhi. Ha due occhi di un azzurro stupendo, che non ho mai visto in nessun altro sguardo incrociato finora. Le parlo addirittura. Non può capirmi, ma mi fa stare meglio. Che poi forse non è vero che non può capirmi, perchè quando in casa ci sono discussioni accese ed incandescenti, si presenta sempre sulla soglia della stanza-campo di battaglia. E guarda, scruta, con un'espressione a punto interrogativo di una dolcezza disarmante. Se piango, poi, si mette accanto a me, silenziosa ma partecipe. Forse quel silenzio dice molte più cose di quel che riescono a dire le persone con le loro chiacchiere, il loro brusio, il loro parlare di tutto e di niente indistintamente.

In questi giorni nei quali siamo da sole, mi chiedo spesso se per caso si annoi. Mi dedico a lei non appena possibile, tra una pagina e l'altra, una commissione e l'altra, una pianta da innaffiare e l'altra. Ma ho come l'impressione che in realtà sia lei ad occuparsi di me. Mi sollecita più volte ad alzarmi al mattino, come se avesse paura che possa tirare dritto alla sveglia e perdere tempo prezioso per lo studio o quant'altro. Se passo la mattinata in terrazza, con i libri aperti sotto il sole per colorare un pò la pelle ed illudermi di essere su una spiaggia deserta, lei sta lì con me. Ha caldo, ha un caldo pazzesco, me ne accorgo perchè si muove continuamente, cambia posizione ogni cinque minuti, alla ricerca di una fetta d'ombra non ancora riscaldata dalla sua presenza. Però resta lì e si addormenta. A pranzo mi raggiunge in cucina e lo stesso fa all'ora di cena. Quando rientro dopo essere stata fuori, mi aspetta davanti al cancello di casa stile mamma in apprensione. Oggi mi ero appisolata sul divano, verso le 19. Ho riaperto gli occhi di scatto, convinta di aver sentito un rumore o di aver sognato qualcosa di strano. Nulla di tutto ciò, semplicemente c'era lei, accanto a me, che aspettava il mio risveglio. Dev'essere stata la forza del suo sguardo. Solo che a volte, davvero, quando mi guarda con quegli occhi azzurri, mi viene il dubbio che si annoi. Che forse dovrei farla giocare di più, anche se ha una certa età e un'indole tutt'altro che vivace.O che dovrei parlarle di più, essere più di compagnia. Se solo potessi, mi tufferei in quel mare azzurro e sbircerei dentro la sua testolina per sapere cosa pensa, se pensa qualcosa. Magari ha un'idea precisa su ogni componente della famiglia, che ne so. Magari ci sarebbe da farsi un tot di risate. Magari, più probabilmente, non troverei nulla di ciò che immagino. Perchè quegli occhi hanno tutta l'aria di nascondere una specie di mistero..


Post scritto in data 30 giugno 2007.

giovedì 13 marzo 2008

Oggi mi sento così

Quando si dice che una canzone sembra essere stata scritta su di te. Perchè l'unica differenza tra la mia vita e le parole che seguono, è che io ho studiato e abbandonato la chitarra, non il piano.

E un giorno ti svegli stupita e di colpo ti accorgi
che non sono più quei fantastici giorni all'asilo
di giochi, di amici e se ti guardi attorno non scorgi
le cose consuete, ma un vago e indistinto profilo...

E un giorno cammini per strada e ad un tratto comprendi
che non sei la stessa che andava al mattino alla scuola,
che il mondo là fuori t'aspetta e tu quasi ti arrendi
capendo che a battito a battito è l'età che s'invola...

E tuo padre ti sembra più vecchio e ogni giorno si fa più lontano,
non racconta più favole e ormai non ti prende per mano,
sembra che non capisca i tuoi sogni sempre tesi fra realtà e sperare
e sospesi fra voglie alternate di andare e restare...
di andare e restare...

E un giorno ripensi alla casa e non è più la stessa
in cui lento il tempo sciupavi quand'eri bambina,
in cui ogni oggetto era un simbolo ed una promessa
di cose incredibili e di caffellatte in cucina...

E la stanza coi poster sul muro ed i dischi graffiati
persi in mezzo ai tuoi libri e regali che neanche ricordi,
sembra quasi il racconto di tanti momenti passati
come il piano studiato e lasciato anni fa su due accordi...

E tuo padre ti sembra annoiato e ogni volta si fa più distratto,
non inventa più giochi e con te sta perdendo il contatto...
E tua madre lontana e presente sui tuoi sogni ha da fare e da dire,
ma può darsi non riesca a sapere che sogni gestire...
che sogni gestire...

Poi un giorno in un libro o in un bar si farà tutto chiaro,
capirai che altra gente si è fatta le stesse domande,
che non c'è solo il dolce ad attenderti, ma molto d'amaro
e non è senza un prezzo salato diventare grande...

I tuoi dischi, i tuoi poster saranno per sempre scordati,
lascerai sorridendo svanire i tuoi miti felici
come oggetti di bimba, lontani ed impolverati,
troverai nuove strade, altri scopi ed avrai nuovi amici...

Sentirai che tuo padre ti è uguale, lo vedrai un po' folle, un po' saggio
nello spendere sempre ugualmente paura e coraggio,
la paura e il coraggio di vivere come un peso che ognuno ha portato,
la paura e il coraggio di dire: " io ho sempre tentato,
io ho sempre tentato... "


Francesco Guccini.

giovedì 6 marzo 2008

Altro che l'america

Ieri ero di spirito disfattista. Ma ho cercato di incanalare l'energia negativa verso azioni che non nuocessero gravemente alla salute, mia in primis e di chi mi gironzolava intorno a seguire. Così mi sono concentrata su ricordi lontani e, non domandatemi perchè e per come, mi è tornata alla mente una sera di fine estate di parecchi anni fa, quando una mia amica + moroso + amici del moroso mi portarono alla festa dell'Unità di Riolo Terme (paesello vicino a Imola). Quella sera si esibivano i Negrita, con ricavato del mini-concerto da devolvere in beneficienza. In particolare, mi sono apparsi nitidi nitidi i dettagli della bolgia di ragazzine in delirio sotto il palco. Mani alzate, saltelli in aria, gridolini gallineschi. Per carità, non critico nessuno.. nè il gruppo, che ammetto di conoscere pochissimo, nè le fans, perchè se qualcuno mi vedesse ad un concerto di Vasco, mi potrebbe tranquillamente paragonare ad un'adolescente con gli ormoni delle dimensioni di uova di Pasqua che frullano alla velocità della luce. Il fatto è..il fatto è.. non lo so nemmeno io qual'è il fatto. Se non che ieri ero di spirito disfattista e quando mi sono ricordata di come si era surriscaldata la folla durante l'esecuzione di "Sex", ho deciso di prendere in mano il testo e di smontarlo parola per parola.

Fare sesso nascosti in un cesso Proprio in un cesso dobbiamo stare? Guarda, te lo dico, iniziamo male..
fumarsi una Marlboro dopo l'amplesso Fumatela te la Marlboro, che io ai miei polmoni ci tengo e poi devo andare a correre e adesso che riesco a fare 11 km non vorrei schiattare dopo i primi 300 metri
oppure farlo in macchina di fianco alla strada ..oh beh certo, così se passa un maniaco trova pane per i suoi denti. Poi mi è già successo che un nonno abbia tentato di interrompere un mio tete a tete e trattasi di un'esperienza che non vorrei ripetere. Anche perchè era interessato al mio lui, non a me.
buscarsi un raffreddore male che vada Ah ma allora te le vai proprio a cercare!
sentirsi un po' animali, un po' primitivi Ho capito, mi devo vestire alla Wilma Flinstones per stimolare i tuoi bollenti spiriti.. ognuno ha le sue fantasie, d'altronde.
sentire che respiri, sentire che vivi Se vuoi che lo facciamo sarà il caso che respiri, io credo. Piuttosto, impegnati per trasformare il mio respiro in qualcosa di più ansimante, se ci riesci.
E convincere i tuoi ad andare in vacanza Tesoro, non è il caso di aspettare che i miei levino le tende. Passerebbe un lasso di tempo molto lungo e temo non sapresti resistere. Troviamo un'alternativa, che dici?
spedirli un giorno al mare e farlo in ogni stanza Aridaiiiie, allora quella del cesso è una fissa!!
provare le ricette, collaudare la cucina "Mmmm ssssiii, friggimi tuttaaaaaaaaaaa !!!".. per carità.
usare la Nutella, usare la farina La Nutella okay, anche subito. Ma la farina? Dopo avermi ricoperta tutta di polverina bianca che fai, mi sbatti 2 o 3 uova sulla pancia, impasti un po' e poi procedi col mattarello per fare la sfoglia? Oh, se conta per eliminare la panzetta possiamo anche provare..
guardare il suo corpo, scoprirne la forma Il suo di chi? Non si era detto noi due soli? Non avrai mica chiamato anche il nonno????
sentire dei passi... è qualcuno che torna... Ecco appunto, il nonno.
Fare sesso, succhiarne la polpa Oddio, non voglio vedere cosa fate, non ne voglio sapere nullaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!
e via la vergogna e i sensi di colpa Ah se non ti vergogni tu...
sdraiarsi sulla sabbia, rotolarsi nel fango Ricapitoliamo: cesso, nutella, farina, polpa, sabbia, fango.. ma la parola igiene esiste nel tuo dizionario o guarda caso quella pagina è stata disgraziatamente divelta?
carezzarle le gambe, improvvisarsi in un tango Mi sto immaginando tutta ricoperta di farina e nutella che ballo un tango. Che gioia.
annusarle la pelle, scoprirne l’odore E chissà che profumino dopo questi esperimenti culinari di alto livello!
passare dal sesso a fare l’amore.... Adesso è inutile che fai il romantico solo perchè hai avuto delle prestazioni misere e vuoi addolcirmi la pillola..

E altro che l'america .. puoi dirlo forte
altro che la musica .. puoi gridarlo
quando sei selvatica ... siiiiiiiiiii ?
altro che l'america .... eh lo so lo so lo so...modestamente..

E vivere una notte lunga una vita Tesoro non importa dai, lo so che puoi fare di meglio ma non stasera..
avere il suo profumo ancora tra le dita .. il profumo del nonno?
svegliarsi affamati e rifarlo per ore .. fame??? fame??? Come puoi parlarmi di fame??
passare dal sesso a fare l'amore.... sì, domani tesoro, domani..adesso dormi. Ecco bravo, così..

venerdì 29 febbraio 2008

Oggi mi sento così

martedì 26 febbraio 2008

Alternative possibili.

Stamattina, in mezzo alla nebbia, mi sono imbattuta nella vita reale. Meglio dire, in una variante possibile di vita reale. Pedalavo a manetta, perchè come sempre ero in ritardo tremendo. Facevo lo slalom tra le persone che camminavano lungo la pista ciclabile, chiedendomi irritata perchè mai i vecchietti in pensione debbano uscire di casa la mattina all'alba. Che a me i vecchietti stanno simpaticissimi - a parte quelli che fanno apprezzamenti viscidi quando d'estate mi vedono fare jogging e quanto darebbero per avere vent'anni di meno e un po' di fiato in più - ma proprio questa loro abitudine faccio fatica a capirla. Ed ogni mattina mi innervosisco,come se fosse la prima volta che li vedo. Nel frattempo avevo da sbraitare anche contro la nebbia, che già ieri sera mi ha fatto incazzare, perchè, dopo essere stata da una mia amica, ho dovuto guidare ai 40 con gli occhi sgranati nonostante la sonno e nonostante il rompipalle -immancabile nei momenti critici - attaccato al sedere, con il riflesso dei suoi fanali a facilitare il tutto. Stamattina addirittura snebbiava, ovvero la nebbia era come pioggerellina, che se cammini piano non te ne accorgi, ma se accelleri un minimo o se vai in bici, come la sottoscritta, ti sembra di essere dentro ad una sauna, infinitamente più gelida e con un tasso di umidità che a confronto le foreste tropicali sono asciutte. Ma forse chi non ha a che fare regolarmente col fenomeno nebbia, come noi altri di sta zona, non può capirmi fino in fondo, ma credetemi sulla parola se vi dico che è insopportabile. Insomma, tutta presa dalla guida del mio bolide a due ruote, dall'orologio da controllare e dalle bestemmie da gridare nel profondo del mio io mattutinsclerotico, ho rischiato di investire due esseri viventi. Un uomo e un cane. Un uomo cieco col suo cane-guida. E oggi pomeriggio, mentre correvo, non ho potuto fare a meno di ripensare a quel momento. Ho immaginato come sarebbe stato questo 26 febbraio 2008 se invece di biascicare un imbarazzato "mi scusi" per poi ripartire all'impazzata verso la biblioteca, mi fossi fermata e avessi parcheggiato lì la bici. Come sarebbe stato avvicinarmi a quell'uomo e chiedergli il suo nome, il nome del cane. Come sarebbe stato domandargli: " Le andrebbe di passeggiare con me? Se vuole, le racconto il mondo intorno a noi. ". Che poi, cosa gli avrei raccontato? Bè, forse avrei iniziato proprio dalla nebbia e dall'effetto che fa vedere la Rocca di Imola avvolta nella sua cortina. Gli avrei detto che il tutto aveva un non so che di medioevale, di antico, di misterioso. Mi sarei quindi ricollegata alla sensazione di ieri sera, a com'è guidare scorgendo pochissima strada davanti, avendo la sensazione di essere separato e lontanissimo da tutto e da tutti. Avremmo riso mentre gli descrivevo quanto si era infuriata una vecchietta con un conducente che aveva rallentato all'ultimo secondo, benchè lei fosse sulle strisce pedonali da un pezzo. Avremmo probabilmente scherzato su tutte quelle cose che fino a un momento prima mi parevano la fine del mondo. E, se fossimo stati insieme tutta la giornata, avrei potuto cimentarmi anche nella rappresentazione della nebbia che piano piano sale, lasciando il posto ad un sole pallido, ma già primaverile. L'avrei portato nella stradina dove vado a correre di solito, gli avrei detto di liberare il cane e di lasciarlo correre nei campi e intanto gli avrei regalato un po' di colori, dall'azzurro del cielo al viola dei fiori, dal grigio delle case al verde dell'erba nei giardini. E ho pensato che sì, sarebbe stato un 26 febbraio molto migliore.

giovedì 21 febbraio 2008

Quello che, molto semplicemente, si dice un bel film.

Mi affido al trailer e ad una recensione trovata in rete per avvicinarmi ad un film che ieri sera ha mandato il mio cuore e le mie ghiandole lacrimali in tilt. Ci ho provato, lo giuro, ci ho provato a scrivere qualche cosa che potesse anche solo assomigliare ad un commento, ma non credo proprio di esserne all'altezza. L'unica cosa che posso dirvi è, se non lo avete ancora fatto, di andare a vedere questo capolavoro del nostro cinema. In barba ai tedeschi, che la loro è tutta invidia.




Il film, "delicato" e "toccante", è stato diretto dal regista Antonello Grimaldi ("Un delitto impossibile", 2000), sulla base di una sceneggiatura di Francesco Piccolo ("Giorni e nuvole", 2007), Laura Paolucci ("L'orizzonte degli eventi", 2005) e dello stesso Nanni Moretti, che compare altresì in veste di attore protagonista. La vicenda è essenzialmente vicenda interiore; da qui l'innegabile difficoltà di renderla sullo schermo.

Un'estate il manager Pietro Paladini (Nanni Moretti: "Io sono un autarchico", 1976; "Bianca", 1984; "Palombella rossa", 1989; etc.) e suo fratello Carlo (Alessandro Gassman: "Il bagno turco - Hamam", 1997) si trovano per caso a dover salvare due donne sconosciute che rischiano di annegare in mare. Lo stesso giorno, appena tornato a casa, Pietro trova la moglie Lara morta, il che necessariamente sconvolge la sua esistenza, soprattutto perché si trova a fare i conti da solo con l'educazione, la crescita e i problemi di sua figlia Claudia (l'esordiente Blu Yoshimi), una ragazzina di dieci anni che frequenta la quinta elementare e che, pur non dando apparentemente segni di gravi scompensi in seguito alla morte della madre, inevitabilmente è costretta a portare dentro di sè un fardello troppo grande per la sua età; l'equilibrio della bambina è appeso a un filo e non solo il suo, in quanto il padre, fin troppo consapevole della delicatezza della situazione, sente il dovere (per lei), ma anche il bisogno (per sé), di ricoprirla di attenzioni e di compensare per quanto possibile l'assenza della madre. Così facendo, Pietro dà a parenti, colleghi e conoscenti più motivi di preoccupazione di quanti ne procuri la piccola Claudia: infatti la sua decisione di disertare il lavoro, di disinteressarsi di tutto (in particolare di un'imminente fusione tra due società) e di rinunciare ad un ambìta posizione lavorativa, per passare invece intere giornate nel giardino sotto la scuola della figlia, in attesa della campanella o di una fugace apparizione di Claudia alla finestra, crea da un lato nei passanti pietà, comprensione, solidarietà, ammirazione, stima, dall'altro in chi lo conosceva perplessità, angoscia, preoccupazione, voglia di aiutarlo ad uscire da quella condizione. Del resto, la vita nel parco si rivela meno noiosa di quanto si possa immaginare: ogni mattina passano le stesse persone, che da complete sconosciute tendono quasi a diventare dei conoscenti o comunque dei punti di riferimento a cui aggrapparsi o che più spesso si aggrappano a Pietro, come fosse il fulcro di un microcosmo fatto di gesti rituali e rituale quotidianità. Il parco così catalizza i vari personaggi: Eleonora Simoncini (Isabella Ferrari: "Sapore di mare", 1982), la ricca signora salvata da Pietro in mare, con cui avrà uno sfrenato amplesso finale; telefonicamente, la segretaria Annalisa (la nostrana Alba Rohrwacher, sempre più lanciata nel mondo del cinema: "Mio fratello è figlio unico", 2007; "Giorni e nuvole", 2007; "Riprendimi", 2008); il collega Samuele (il sempre bravo Silvio Orlando: "Il portaborse", 1991); l'amico e collega Jean Claude (Hippolyte Girardot: "L'amore sospetto", 2005), licenziato dall'azienda; persino il grande uomo d'affari Steiner (Roman Polanski: "Tess", 1979), geloso di Eleonora; la svampita sorella della moglie (l'originale Valeria Golino, l'invidiata compagna di Scamarcio: "Respiro", 2002); Jolanda (Kasia Smutniak: "Tredici a tavola", 2004), una ragazza che porta a spasso il cane seguendo sempre lo stesso percorso; i compagni di scuola della bimba, i genitori, le maestre; una mamma con un figlio "diversamente abile".

Il quadro complessivo che ne risulta è per lo meno originale, delicato, profondo, intenso e toccante, anche grazie alla performance del protagonista Moretti, che finalmente torna sullo schermo da attore con un film di più ampio respiro, sulla scia de "La stanza del figlio" (2000), abbandonando gli angusti (per quanto piacevoli, politicamente scorretti e impegnati) orizzonti delle prime pellicole, che lo ingabbiavano in un ruolo sempre uguale a se stesso, cucito addosso su misura e non esportabile all'estero. In questo caso, invece, Nanni attore riesce a mantenersi sotto le righe, a non strafare, a non divenire la solita caricatura di se stesso, centrando così l'obiettivo e dando vita ad una commovente tragedia familiare ed umana, universale per i dolenti tasti che sa toccare ed apprezzabile ovunque, in Europa e nel mondo. Tra il primo e l'ultimo Moretti è ravvisabile la stessa differenza che intercorre tra il primo Roberto Benigni e il Benigni de "La vita è bella", ed è innegabile in ambo i casi un certo progresso nel tempo, benché ci sarebbe ancora molto da limare e migliorare quanto a recitazione; un primo grande passo, comunque, è stato compiuto: dal 2000 entrambi sono usciti - per così dire - dal proprio "orticello" (e che "orticello"!) per prendere parte ad opere di maggiore respiro. Quanto alla lettera della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) che critica la scena di sesso finale del film perché troppo pesante e spinta, vale la pena citare la giusta risposta del produttore Procacci: "La lettera si commenta da sola"; da quando in qua infatti un produttore, un regista, un attore o un'attrice devono rendere conto del loro operato alla CEI? Il protagonista della discussa scena ed il regista sostengono la necessità di quello snodo tematico all'interno della compagine della trama e probabilmente è così, ma, anche se così non fosse, soltanto questo conta, cioè se la scena sia giustificata/giustificabile o meno entro il suo contesto filmico: tutto il resto è noia...e il riferimento va a censure di qualsiasi genere (ideologiche, politiche, morali e religiose).

Il film (112 min.), di genere drammatico, tratto dal romanzo di Sandro Veronesi (Bompiani), è stato prodotto in Italia nel 2007, e distribuito nelle sale dalla 01 Distribution a partire dall'8 febbraio 2008. Il giudizio della critica è discreto (tre stellette su cinque), e in effetti si tratta di un film intenso e profondo, da vedere per lo meno per la scena di disperazione solitaria di Moretti (voto 7). Paolo Mereghetti, per "Il corriere della sera", scrive: "(...) Moretti si dimostra attore a tutto tondo. (...) Alessandro Gassman come fratello forma con Moretti una felice strana coppia, Valeria Golino dà l'impressione che non potesse essere che lei a dare corpo alla cognata di Paladini, scombinata, emotiva, spiazzante. Quello che, molto semplicemente, si dice un bel film". Nonostante ciò, a Berlino la critica tedesca risulta divisa: non manca chi consiglia agli italiani di occuparsi di cose più consone alla loro indole (la pasta, per esempio) e di lasciar perdere il cinema.

Recensione di David Borrello.


sabato 16 febbraio 2008

For ridiculous men

Non sono sparita, tranquilli. Un po' sommersa da impegni e scazzi vari, ma ancora viva. E scusate se non ho avuto tempo per rispondere alle vostre geniali ed interessantissime interpretazioni del mio sogno allucinante-allucinogeno (eh lo so, lo so che avreste preferito se ne avessi postato uno allucirosse), quanto prima vedrò di rimediare. E vedrò anche di zompettare qua e là nei vostri angolini bloggosi, lasciando qualche parolina e una scia di profumo "grape-kiwi" dello stupendo bagnoschiuma che da oggi campeggia nella mia doccia.
Nel frattempo, per allietare l'attesa, vi lascio una chicca simpatica che ho trovato recentemente nella posta. A me ha fatto sorridere, spero faccia lo stesso effetto su di voi, miei amicici spippolosilosi. Buon fine settimana a tutti.


LETTERA DI LUCIANA LITIZZETTO AD ANDREA BIAVARDI, DIRETTORE DEL MENSILE "FOR MEN"

Lo confesso. Ho ceduto alla tentazione di comprare la nuova rivista maschile 'For Men Magazine'.
Del resto, come potevo resistere agli affascinanti argomenti annunciati dalla copertina (che, tra parentesi, ritrae un tizio con una faccia da pirla e un asciugamano di spugna bianca che fa tanto 'figo da spogliatoio')?
Almeno quattro i titoli memorabili:
- 'Falle dire basta stanotte!'
- 'Ricco entro Pasqua: 15 idee geniali'
- 'Trucchi: mangi il doppio diventi la metà'
- 'Smetti di fumare e voli ai Caraibi'.

Non vorrei deludere il geniale direttore Andrea Biavardi, ma a far dire "BASTA" a una donna siete già tutti bravissimi da soli poiché di solito ne abbiamo abbastanza dopo i primi tre minuti. La vostra difficoltà sta nel farle dire "ANCORA!", al limite. Ci pensi su, per il prossimo numero.

Riguardo allo slogan 'Ricco entro Pasqua', beh, signor Biavardi, se vuole fare le cose fatte bene, nel prossimo numero alleghi anche due simpatici gadget: passamontagna e chiave inglese.

Alla promessa 'Mangi il doppio e diventi la metà', invece, tenderei anche a credere. Bisogna vedere la metà di cosa. Io se mangio il doppio, signor Biavardi, divento l'esatta metà del Partenone, in effetti.

Infine, sempre in copertina, campeggia la scritta 'Smetti di fumare e voli ai Caraibi'. Guardi signor direttore, io non ho mai conosciuto uno che abbia smesso di fumare e che sia andato in un'isola tropicale a festeggiare. In compenso ho sentito un sacco di gente che ha cominciato a fumare sostanze illecite e s'è fatta certi viaggi senza neanche uscire di casa che lei neanche si immagina.

Ma questo è solo l'inizio. Una s'illude che il peggio sia già tutto in copertina e invece no, il meglio è all'interno!

A pagina 52 c'è un avvincente e istruttivo servizio con tanto di foto redazionali su 'Come slacciarle il reggiseno' che tiene conto dei vari modelli (classico, seduttivo, sportivo...). A parte l'intelligenza del servizio in sé, vorrei soffermarmi sul consiglio per slacciare rapidamente il modello sportivo, che è: "Se lei è spiritosa dacci un taglio con le forbici!". Biavardi, io le garantisco che sono una donna alquanto spiritosa, ma se un uomo che magari conosco da poco, in un momento d'intimità mi tira fuori dal taschino un paio di forbici, io come minimo penso che sia il mostro di Milwaukee e nella migliore delle ipotesi gli assesto un calcio nelle palle che il mese dopo il soggetto in questione passa dal suo For Men Magazine a Donna Moderna.

A pagina 50 poi, si tocca l'apice grazie ad un servizio che affronta la spinosa questione: 'Se l'iguana domestico ci prova con tua moglie'. Nell'articolo si sostiene, infatti, che ci sono diversi casi di molestie sessuali da parte d'iguana nei confronti di donne con il ciclo. Senta signor Biavardi, lei l'ha mai vista una donna col ciclo? Mi segua signor direttore, non parlo di una donna in sella al motorino. Parlo della donna in quei giorni lì. Ecco guardi, io in quei giorni ho la cera del cugino It e l'affabilità di Godzilla, non mi si avvicinerebbe a meno di cento metri un Velociraptor si figuri un' iguana.
E infine, l'apoteosi vera e propria: il test 'Sei uno stallone o una schiappa?'. Le domande sono tra le cose più esilaranti che io abbia mai letto in vita mia. In pratica sei ritenuto uno stallone se rispondi sì a domande come questa: 'Ti è mai capitato di farlo con una donna e, poco dopo, con la sua compagna di stanza?' Un sacco di volte! Alla casa di riposo 'Domus Mariae'. O 'Di essere chiamato da una donna che ti chiede se può venire da te alle nove del mattino?' Sì certo, da una rappresentante della Folletto. Mi fermo qui. Donne, consoliamoci: noi una volta al mese avremo pure le nostre cose, ma loro una volta al mese hanno For Men Magazine in edicola.
Mica lo so chi sta peggio!!

Luciana Littizetto

mercoledì 13 febbraio 2008

Pillole freudiane.

Premessa : sto studiando Svevo. In particolare, guarda caso, la "Coscienza di Zeno". Ora, dire che questo testo sia imbevuto, in ogni sua riga, di psicologia freudiana, è dire poco. Troppo poco.
Sorvolerò, per non tediarvi (ma soprattutto per non tediare me stessa, che ormai degli strippi mentali di Cosini ne ho fin sopra i capelli), sui dettagli di questa, lo devo ammettere, stupenda opera della nostra letteratura primo-novecentesca. E planerò (dopo aver sorvolato dovrò anche atterrare da qualche parte, o no?) direttamente su ciò che mi interessa per davvero. Trattasi di un quesito all'apparenza irrisolvibile: sono ben consapevole, infatti, di quante menti geniali si siano interrogate, nel corso dei secoli, sulla spinosa questione dell'interpretazione dei sogni. Direte voi: "Sigmund ha partorito un trattato apposito sull'argomento, perchè non interpelli lui?". Perchè io, da grande sognatrice quale mi reputo, non mi accontento di ridurre il significato delle mie produzioni notturne (oddio, come suona male) a fredde esplicazioni psico-scientifiche. I miei sogni, di qualunque genere essi siano, dal grottesco al drammatico, dal pornografico al comico, meritano di più. Meritano fantasia, che secondo me essere fantasiosi è una gran cosa.
E qui entrate in gioco voi, miei cari. Dovete sapere che tra i mille che ho fatto, c'è un sogno, in particolare, che mi si è stampato per ben benino nella memoria. Nonostante risalga agli anni delle elementari; nonostante, per idearlo, la mia unica neurona Gina non debba aver sudato chissà quante camicie; nonostante, sono sincera, susciti un certo ribrezzo.
"E' il giorno del mio compleanno. Sono ancora piccina picciò, otto o nove anni al massimo. Come tutti gli anni, ho invitato le mie compagne di scuola e qualche altro amichetto a casa mia per festeggiare. Mamma ha preparato il ciocorì che mi piace tanto: Cioco Pops, Mars e burro. Babbo, come sempre, intratterrà tutti noi facendoci giocare al Mercante In Fiera; in palio tante caramelle, cioccolatini e noccioline. Ad un tratto suona il campanello, corro ad aprire ma mi trovo davanti una persona che non solo non ho invitato, ma che proprio non conosco. E' un uomo, di colore, abbastanza giovane. Mi dice se può salire, che anche lui vuole lasciarmi il suo regalo. Lo faccio accomodare, ma lo sconosciuto è di parola: giusto il tempo di consegnarmi il pacchetto e poi se ne va. Io lo scarto e, dentro alla scatola, trovo solo una noce. Una semplicissima noce. Dalla sala i miei amichetti mi chiamano, quindi appoggio la noce sulla scrivania della mia cameretta e torno a festeggiare per il resto del pomeriggio. Quando, a fine giornata, dopo che tutti se ne sono andati, torno nella mia stanza, la noce è ancora là. Esattamente dove l'avevo lasciata. Solo che è aperta, spaccata in due. E da essa si diparte una ragnatela enorme, i cui fili si diramano in direzione di tutte e quattro le pareti. In modo tale che, non solo nel suo centro, ma nel centro di tutta la mia camera vedo starsene immobile un ragno dalle dimensioni abnormi."


Fantasia, gente.. fantasia! Come lo interpretate voi, questo sogno?

domenica 10 febbraio 2008

Colazione da Spippy

"..perchè non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa"

giovedì 7 febbraio 2008

Now i'm lost and i'm screaming for help

Ci sono immagini e sensazioni che mi tornano alla mente quando questa canzone parte e mi porta via con sè. Le stesse che mi rapiscono se guardo la foto di me e Vale postata 2 giorni fa, ma più forti. Perchè quando la musica si lega a certi ricordi, non c'è pezza che tenga. Perchè quando questa canzonetta inizia è di nuovo estate, è di nuovo mare, è di nuovo Mojito Beach, è di nuovo sete di una fogliolina di menta fresca da far scivolare lentamente sulle labbra. Sopra di me il cielo stellato ha preso il posto del sole che mi ha accarezzata ovunque per tutta la giornata. Davanti a me gente, tantissima gente, che beve, che balla, che si bacia, che infila le mani dappertutto, pur di cogliere le curve di qualche bel fianco morbido. Dentro di me un'emozione strana e un'attrazione forte verso quella stessa emozione. Mi sento avvolta solo dalla mia pelle abbronzata, come se la gonna e la canotta che indosso non esistessero più. "..Relax, take it easy.." e mi sento leggera leggera e sento che potrei bere all'infinito, perchè più ubriaca di così non potrei essere comunque. Qualcosa mi scorre nelle vene, più potente dell'alcool, più potente di qualsiasi droga.. non riesco a dargli un nome, ma non importa. Una figura buffa insiste per offrirmi una birra, passa da me a Vale come una pallina da ping pong, sperando che una delle due prima o poi ceda ai suoi goffi tentativi di approccio. Ma io non sono più lì, quel corpo che ora si sta muovendo non è più il mio, il mio sguardo lo trascina via e lo spinge tra le braccia alzate, tra i brividi caldi di due respiri molto vicini, tra il sincronismo di due bacini che ondeggiano cercandosi insistentemente, come due calamite. Per un attimo sembra che l'estate possa fermarsi per sempre su quelle note e che quelle stelle possano restare lì, a ballare insieme a me, ignare del tempo e della vita di sempre e delle paure e di tutto quello che non sia puro piacere e allegria e sorriso. La spiaggia è allagata da un'ebrezza magica, i granellini di sabbia sono oro splendente che piove su tutti quei corpi e si appiccica ad essi sottolineando ancora di più il loro ondeggiare..il loro giocare insieme..il loro amalgamarsi l'uno nell'altro.

martedì 5 febbraio 2008

Troni usurpati

Raramente mi aggiro tra i canali televisi nelle ore pomeridiane. Sia perchè ormai la mia dimora fissa è diventata la biblioteca, sia perchè, anche se fossi sotto il mio tetto, non credo proverei nessun tipo di piacere a guardare cosa offre la Mediaset o la Rai o La7 o Mtv o un qualsiasi altro canale Pincopallo. Ma, come si dice, quando Maometto non va alla montagna, ecco che la montagna alza il suo culone bello grosso e va da Maometto. Così oggi, in un momento di pausa e, aggiungo, di grande noia, mi sono messa a girovagare per la rete. Non per i vostri splendidi blog, che quelli me li voglio guardare con calma, e non quando sono nelle condizioni di un cadavere a causa della stanchezza e dello smaronamento più totali. Fatto sta che mi sono smarrita in uno di quei siti pieni di gossip e spetegulèz, dal quale ho appreso i nomi delle 2 nuove troniste che da qualche settimana campeggiano a Uomini e Donne, una delle trasmissioni più inutili mai esistite. Insieme al Grande Fratello, l'Isola dei Famosi, la Fattoria, Porta a Porta, Matrix, Uno Mattino (o Mattina? bah!), La Prova Del Cuoco, I Soliti Ignoti, Uno Contro Cento, L'Eredità, Passaparola.. che poi dico io che mi impegno persino per scriverli con la lettera maiuscola.

Ma il punto non è questo mio disgusto verso la televisione italiana. Il punto è che le 2 troniste si chiamano Valentina e Paola. E ve le voglio mostrare:




Ora, vi posso garantire che conosco anch'io due ragazze, una Valentina e una Paola, una bionda e l'altra mora come le signorine qui sopra. E vi mostro anche loro:


E adesso ditemi, miei cari, siamo o non siamo di fronte a un clamoroso caso di usurpazione di trono??

sabato 2 febbraio 2008

Surrender to nothing

Provo rabbia. Rabbia per il tempo che troppo spesso lascio passare senza viverlo davvero. Rabbia per le paranoie di cui si ubriaca la mia testa e che non so contenere, rinchiudere entro un recinto spinato. Rabbia per la scarsa protezione che offro al mio cuore, esponendolo alle intemperie dei miei temporali di lunaticismo. Rabbia per i mille "se" che non riesco mai a trasformare in dati di fatto e che lascio impallidire di fronte a mille-e-uno "ma". Li guardo svanire, immobile e disillusa. Rabbia per le favole alle quali mi aggrappo, per i buoni propositi soltanto teorici, per le belle sorprese che sogno di trovare dietro ad una pagina che non mi decido a voltare. Provo rabbia per l'indipendenza che vorrei, per il cappio stretto intorno alla gola che sento ogni volta che vorrei disegnarmi io i miei orari e i miei spazi vitali, seguito da un altro ancora più soffocante, quello del senso di colpa per non essere riconoscente a chi mi mantiene. Rabbia per la delusione dell'Alma Mater Studiorum di Bologna, perchè da quando la frequento mi sembra di guardare il mio futuro attraverso un binocolo rotto, che rimanda immagini sfocate e lontanissime, indecifrabili. Rabbia per le occasioni perdute.

Provo rabbia, e anche tanta. Una rabbia sana, però, di quelle che non si fanno mettere i piedi in testa dai rimorsi. Che pure ci sono, ma ai quali non concedo l'onore di reggere il timone. Spippy stringe i denti e sente di potersi scrollare di dosso tutti quei pesi che non la fanno sorridere come vorrebbe. Spippy stringe i pugni e la pianta di vivere una vita che non è la sua. Spippy magari prova anche a riprendere a scrivere come faceva una volta, perchè fissare qualche macchia d'inchiostro su un foglio bianco è l'equivalente per lei di mettersi davanti ad uno specchio e cercare di capire cosa va e cosa no. Per cosa e per chi vale davvero la pena ubriacarsi di paranoie e da cosa e da chi, invece, è meglio praticare un'astinenza purificatrice.

Ho un quaderno davanti a me, uno di quelli per bimbi, con figure delineate solo da contorni scuri. Sta a me decidere se lasciarle in bianco e nero o colorarle.

Comincio dal cielo. Non è più buio. Passatemi un azzurro sgargiante.

lunedì 28 gennaio 2008

La musica è finita





"Il V-day dell’otto settembre duemilasette fu organizzato per cambiare la legge elettorale. Tre punti:condannati fuori, due mandati e la preferenza diretta che nessuno cita: è diventata come il terzo segreto di Fatima.
Per la prima volta nella storia della Repubblica sono state raccolte 350.000 firme in un giorno. Il V-day fu seppellito dall’ignoranza politica e dagli insulti. Il centro sinistra lo criminalizzò. Il centro destra lo sbeffeggiò.
La settimana prima del V-day organizzai una conferenza stampa a Firenze. Invitai 500 giornalisti, solo 7 diedero la loro adesione. La annullai. Telefonai all’Espresso per proporgli un servizio sul V-day. Mi risposero che avevano “altre priorità”. Le uniche testate interessate furono straniere: americane, inglesi, francesi, tedesche, australiane, argentine… A cui rilasciai decine di interviste, quasi mai riprese in Italia.
Topo Gigio e il centro sinistra implorano adesso una nuova legge elettorale prima del voto. Questi spudorati in due anni di Governo hanno partorito, d’accordo con lo psiconano, la legge sull’indulto per evitare che gli amministratori di nomina politica e i bancarottieri finissero dietro le sbarre. Cuffaro e la signora Dini, tra gli altri, ringraziano.
Il centro destra, nel 2006, ha cambiato una legge frutto di un referendum, contro il volere dei cittadini, espropriando gli elettori del diritto di scelta del candidato. Questo, per me, costituzionale o meno, legale o meno, si chiama COLPO DI STATO. La modifica alla legge elettorale è stata illegittima. Votare in queste condizioni porterà a liste chiuse di condannati, di leccaculo e di parenti.
La priorità del governo Prodi doveva essere la legge elettorale, andava cambiata nei primi 100 giorni insieme alla legge sul conflitto di interessi, e poi si doveva tornare subito al voto popolare. Non macerarsi in Senato con il ceppaloide. Fassino in un comizio, prima delle elezioni, disse che la priorità era il lavoro, il lavoro, il lavoro… e non il conflitto di interessi. Si è visto quale lavoro hanno creato. Sottopagato e mortale.
Oggi questa banda di deficienti, e non è un insulto, consegna il Paese al baratro berlusconiano. Per noi sarà dura, per loro è finita."

Liberamente tratto dal Blog di Beppe Grillo.

Un'ultima, anzi no, penultima cosa: nel post di ieri ho parlato della memoria, di quanto sia importante tenerla sempre ben allenata. Ecco allora, direi di iniziare subito:




E adesso davvero l'ultimissima cosa: se vi va, date un'occhiata al post del 25 gennaio su Vita Smeralda.

domenica 27 gennaio 2008

I giorni della memoria.

"Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case,

Voi che trovate tornando a sera

Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo é un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce pace

Che lotta per mezzo pane

Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa é una donna,

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d'inverno.

Meditate che questo é stato:

Vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri nati torcano il viso da voi."



Primo Levi, Se Questo E' Un Uomo.



No, non ho sbagliato il titolo del post. Il plurale va benissimo. Perchè tutti i giorni dovrebbe essere i giorni della memoria di tutte le guerre e di tutte le oscenità.

mercoledì 23 gennaio 2008

Promemoria sulla felicità

Tempo fa vi dissi che su una delle pareti di camera mia sono appiccicate tante foto. Bene, su quella stessa parete, ma poco più su, oltre una mensola zeppa di libri e dizionari, ho attaccato qualcos'altro: un foglio, un po' consumato, dove sta scritta una specie di poesia. Me lo donò mio babbo un Natale di tanti anni fa. Poi un giorno, uno di quei giorni in cui ti svegli al mattino e senti - o più che altro speri - che una nuova fase della tua vita sta per iniziare, l'ho tirato fuori dal cassetto del comodino e l'ho appeso lì, in modo tale da averlo sempre davanti al muso. Un promemoria, e in questo non ci sarebbe niente di strano. Ma è un promemoria sulla felicità, e quindi la questione cambia: sono una che ha bisogno di ricordarsi di essere felice, ogni tanto. E se felice è una parola grossa, almeno di sorridere, di "essere delicata con me stessa", come recita la poesia. Di volermi bene. Almeno un po'.

"VA' SERENAMENTE IN MEZZO AL RUMORE E ALLA FRETTA E RICORDA QUANTA PACE CI PUO' ESSERE NEL SILENZIO.
Finchè è possibile senza doverti arrendere, conserva i buoni rapporti con tutti.
Di' la tua verità con calma e chiarezza, e ascolta gli altri, anche il noioso e l'ignorante, anch'essi hanno una loro storia da raccontare.
Evita le persone prepotenti e aggressive, esse sono un tormento per lo spirito.
Se ti paragoni agli altri, puoi diventare vanitosa e aspra, perchè sempre ci saranno persone superiori e inferiori a te.
Rallegrati dei tuoi risultati come dei tuoi progetti.
Mantieniti interessata alla tua professione, benchè umile; è un vero tesoro nelle vicende mutevoli del tempo.
Sii prudente nei tuoi affari, poichè il mondo è pieno di inganno.
Ma questo non ti impedisca di vedere quanto c'è di buono; molte persone lottano per alti ideali, e dappertutto la vita è piena di eroismo.
Sii te stessa.
Specialmente non fingere di amare.
E non essere cinica riguardo all'amore, poichè a dispetto di ogni aridità e disillusione esso è perenne come l'erba.
Accetta di buon grado l'insegnamento degli anni, abbandonando riconoscente le cose della giovinezza.
Coltiva la forza d'animo per difenderti dall'improvvisa sfortuna.
Ma non angosciarti con fantasie.
Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine.
Al di là di ogni salutare disciplina, sii delicata con te stessa.
Tu sei una figlia dell'universo, non meno degli alberi e delle stelle; tu hai un preciso diritto ad essere qui. E che ti sia chiaro o no, senza dubbio l'universo va schiudendosi come dovrebbe.
Perciò sta in pace con Dio, comunque tu Lo concepisca, e, qualunque siano i tuoi travagli e le tue aspirazioni nella rumorosa confusione della vita, conserva la pace con la tua anima.
Nonostante tutta la sua falsità, il duro lavoro e i sogni infranti, questo è ancora un mondo meraviglioso.
Sii prudente.
FA' DI TUTTO PER ESSERE FELICE."


Per riportare la poesia sul blog ho staccato il foglio. Ora è qui, sulla scrivania, di fianco al computer. Ma non credo che lo rimetterò nello stesso punto di prima. Forse era troppo in alto, troppo fuori dalla mia vista. Troppo fuori dalla mia vita, che di questi consigli fatica a seguirne anche solo 2 o 3.

domenica 20 gennaio 2008

Domenica al mare, a mostrare le chiappe chiare

Il mare d'inverno ha un che di estremamente desolante e deprimente. Ma credo che questi due attributi, legati appunto alla stagione fredda, siano adatti in particolar modo al "nostro" mare, quello della riviera romagnola. Insomma, alla nostra brodaglia. Che brodaglia è e brodaglia rimane in ogni stagione dell'anno. E se d'inverno le sue acque si avvicinano un pochino di più all'azzurro tipico dell'H20 di qualsiasi altro specchio lacustre o marittimo o fluviale esistente sulla faccia del pianeta, ci pensa comunque il nebbione umido della "bassa" romagnola a far perdere loro quei pochi punti guadagnati. Che poi sono convintissima che le nostre spiagge sarebbero delle gran belle spiagge se non ci fossero mille "se" ad impedirlo. Vedi quel piccolo dettaglio dell'inquinamento. Vedi quell'altro piccolo ed insignificante particolare del business che ci hanno costruito sopra. Vedi la consistenza della sabbia, che non ti si toglie di dosso neanche se raspi come un dannato. Ma su quest'ultimo neo potrei, al limite, anche sorvolare.
Oggi, mentre passeggiavamo sul bagnasciuga (facciamo finta che vada bene scritto così), ho pensato che non potrei mai vivere, che so, a Punta Marina. Men che meno a Casal Borsetti o a Marina Romea. Ma neanche a Rimini, perchè non è la grande città che voglio. Andrebbe già meglio un paesello come Peschici, giù nel Gargano, o uno di quelli della Croazia. E chissenefrega se non ci sono le disco. E chissenefrega se non c'è la Duna Degli Orsi per fare l'aperitivo. Ci sono, al loro posto, le mucche che pascolano e i pesci vivi nel mare. Ci sono, in Puglia, le orecchiette al pomodoro e basilico e, in Croazia, vassoi di pesce squisito a pochissimi euri - lo scontrino, in "kune" ti fa pigliare un colpo, ma poi fai il cambio e tiri un gran sospiro di sollievo-. Paesini tutti concentrati attorno al porto e con una splendida macchia mediterranea alle spalle. A Marina di Ravenna, invece, son rimasti 3 metri di pineta e in quei 3 metri non c'è un centimetro libero da cartacce, mozziconi di sigaretta e chi più ne ha più ne metta (pure la rima baciata, tiè!). Nella nostra riviera cammini in riva al mare, mano nella mano col tuo lui, e il sottofondo al vostro idillio amoroso non è dato dalle onde che si infrangono, ma dallo scricchiolio dei granchi stecchiti e portati a riva dalla corrente. In acqua, le uniche forme di vita che prolificano alla grande sono le alghe e che goduria quando ti solleticano i piedi. Piedi che tra l'altro non riesci a vedere, tanto è limpida la superficie del mare. Immergi una mano fino al polso e sembra che il tuo braccio finisca lì, al segno lasciato dal cinturino dell'orologio. I bambini giocano beati con la sabbia, cosa che effettivamente non potrebbero fare in Croazia dove per lo più le spiagge sono sassose. I bambini possono fare il bagnetto coi loro bracciolini e il loro salvagente a paperella senza rischio di annegare, perchè, bisogna riconoscerlo, la riviera romagnola offre lunghi tratti con acqua alle caviglie. Ma proprio mentre quegli stessi bambini sguazzano felici, ecco che un barattolo di detersivo si va ad incastrare nel loro costumino. Oppure, un assorbente finisce dritto dritto sulla torre più alta del castello di sabbia appena ultimato. Ecco cosa mancava: il ponte levatoio!

Cazzate a parte, ho passato una gran bella domenica al mare a mostrare le chiappe chiare. La ciliegina sulla torta è stata la piadina mangiata a mezzogiorno. Perchè la piadina, non c'è pezza che tenga, nessuno la fa meglio di noi. Vi dirò di più: oggi mi sono persino ricordata della grande differenza che esiste tra la piada che vendono alle baracchine di Imola -a mio parere, ahimè, tarocca - e quella del cuore della Romagna (Ravenna, Rimini e via andare). La piadina buona è quella sottile, non quella grossa. Quella che quando ero piccola e i miei, per farmi fare un po' di mare senza macinare troppi km, mi portavano a Pinarella, pappavo con uno strato di Nutella spalmato sopra. Piadina calda e Nutella alle 4 del pomeriggio in piena estate. Bambina folle ero e bambina folle resto.

Questo post non ha un capo nè una coda. Non è un inno alle mie origini, del tipo "Romagnaaaaa mia, Romagnaaaaa in fioreeeeeee..", perchè non ho fatto altro che infamare la riviera. Ma non è nemmeno un rigurgito nei confronti di questa nostra strisciolina di mare, alla quale, alla fin fine, sono comunque affezionata e della quale conservo tanti bei ricordi d'infanzia. All'hotel Donatella di Pinarella di Cervia, infatti, Spippy ha fatto le sue prime conquiste vacanzaiole, ha iniziato a seguire i mondiali di calcio e il SuperCodino e ha realizzato le sue prime stupende costruzioni di sabbia. Ma il ricordo a cui sono più legata è sicuramente uno solo: la fuga dalle acque appestate dalla mucillaggine.

venerdì 18 gennaio 2008

Deja vu

"Edoardo?".
Avevo nominato l'innominabile. Edoardo era il ragazzo con cui stava prima di sposare Carlo. Ho sempre pensato si fosse sposata perchè era totalmente sconvolta dalla storia con Edoardo. Quell'uomo l'aveva annientata. Nemmeno la mia amicizia l'aveva potuta aiutare. Edoardo, soprannominato da noi Egoardo per via del suo pensiero rivolto sempre verso se stesso, era una di quelle persone che probabilmente tutti, prima o poi, incontriamo almeno una volta nella vita. Quelle persone che per un motivo inspiegabile e misterioso ti agganciano e non riesci a lasciare finchè non ti distruggono e ti fanno in mille pezzi. Anche a persone intelligenti come Silvia può capitare. Anzi, il fatto che lei cercasse di dare un senso al modo in cui lui si comportava l'aveva completamente mandata fuori di testa. Come un rebus di cui non trovi la soluzione. Non ho capito perchè ha detto così! Perchè ha fatto questo? Cosa voleva dire? Dove ho sbagliato?
Quelle persone alle quali diamo un'importanza enorme: pendiamo dalle loro labbra, dal loro giudizio. Basta una parola negativa e tutti i complimenti che ci hanno fatto fino a quel momento non hanno più valore. Hanno il potere di annientarti o innalzarti con una sola parola. Si entra in competizione con noi stessi per avere un loro parere positivo. Ci si "ingarella", come si diceva da piccoli. Sono relazioni che non riesci a gestire; razionalmente capisci che ti fanno male, ma non puoi liberartene perchè nascono in te le stesse dinamiche mentali di un tossicodipendente. Tutto diventa ingestibile. Perfino una cosa semplice come mandare dei messaggi al telefono diventa oggetto di dubbi universali: L'ultimo messaggio inviato è il mio, che faccio: ne mando un altro perchè non mi ha risposto, aspetto, chiamo con l'anonimo? Faccio quella offesa, o è meglio la versione spiritosa e simpatica? Inizio a offenderlo, dicendo che almeno per educazione dovrebbe rispondermi?
Da amico avevo riconosciuto quella situazione tra Egoardo e Silvia e sapevo che se avessi insistito troppo dicendole di lasciarlo avrei perso io. In quei casi è meglio fare solamente piccoli passi, perchè la persona alla quale si vuole bene non è più lei. In quella situazione è come se fosse ipnotizzata. (..) Il problema fondamentale tra loro era che entrambi amavano la stessa persona. Lui.

Liberamente tratto da "Il giorno in più" di Fabio Volo.

martedì 15 gennaio 2008

Questione di....culo!

No, su, dai, non fate così..smettetela di piangere e di strapparvi i capelli dalla disperazione..adesso Spippy è tornata!! Dopo una lunghissima attesa di ben 3 giorni (eterni, immagino), sono di nuovo qua. Non chiedetemi in quale stato sia, l'importante è esserci. L'importante, a dirla tutta, è porre fine alla vostra crisi di astinenza da Spippolandia. Sono una droga, lo so lo so lo so.
Bando alle ciance, ora vi racconto di queste 24 x 3 ore passate lontane dalla rete o, meglio, passate lontane dal mondo. Eeeeh sì, perchè nonostante uno dei miei buoni propositi per il 2008 fosse stato quello di non ridurmi all'ultimo millesimodisecondo a studiare per un esame, sabato domenica e ieri li ho trascorsi all'Inferno, insieme a Dante. Usate la fantasia e immaginatevi la scena: io, Durante e Virgilio tutti allegri e zompettanti di girone in girone, giù, sempre più giù, verso il centro della terra. Un'intesa quasi perfetta ci ha uniti in questo viaggio allucinante (che altro tipo di viaggio può fare un'allucinata come me?)..non fosse stato per il fatto che io parlo il romagnolo dell'italiano contemporaneo, Dante il fiorentino illustre del Duecento e Virgilio un latino mooooolto antico che nulla ha a che vedere cor romano de Roma de oggi, saremmo stati davvero culo e camicia (io facevo il culetto sodo, loro 2 insieme la camicia, tanto che sono gai non è più un segreto). Mi collego un secondo al discorso-culo, per dirvi che sabato, domenica e lunedì ho trovato anche il tempo per farmi una corsa (alienata sì, ma non del tutto) e con l'ipod shuffle - regalo di mio fratello - sono andata alla grande. Per ora ci ho infilato quelle classiche canzoni che ti gasano, che magari non metteresti mai su in macchina o quando ti butti sul letto per poltrire, ma che quando accompagnano i tuoi passi sull'asfalto ritmano il fiato che è un piacere. Il culo c'entra perchè correndo si rassoda, chiaro no? Adesso mi scollego dal discorso-culo. Stamattina sveglia alle 6 e treno alle 6.56 per Bologna, perchè il tema di letteratura era fissato per le 8, un orario comodissimo soprattutto per i pendolari. Alle 7.40 io e Milena siamo davanti al portone della facoltà. Portone nero, altissimo, reso ancora più scuro dal buio dei portici di via Zamboni.. e noi studenti tutti là fuori accalcati proprio come le anime dei dannati che stanno per varcare la soglia dell'Inferno. In effetti sul portone mancava giusto giusto la scritta "Lasciate ogni speranza, o voi ch'intrate". Ore 8, rumore di catenaccio che si muove e la porta si apre. Ci lasciamo trascinare dalla fiumana su per gli scaloni del dipartimento. Ore 8.20 inizia il count-down e mi prende male quando il prof ci informa che abbiamo tempo fino alle 13.20.. 5 ore, ecccchecavolo, manco fosse la maturità. Ore 8.30, nel silenzio più totale (sapete quello che aleggia subito dopo la consegna dei titoli dei temi? ecco quello) il mio stomaco emette un gorgoglio spaventoso: ho una fame pazzesca. E dire che avevo fatto una bella colazione, alle 6. Spippy resiste, mastica furiosa il cevingum non rendendosi conto che così peggiora la situazione, trattiene una pipì insistente e picchiettante a discapito della sua povera vescica. Scrivo scrivo scrivo, me ne frego se sto seguendo più i miei viaggi mentali che ciò che Dante ha scritto realmente.. il tempo passa, tra i tentativi di copiare dai miliardi di bigliettini che mi ero preparata e i minuti interminabili con lo sguardo perso nel vuoto. Ore 12.50 Spippy consegna e corre al bagno. Adesso mi collego, invece, al discorso-corsa per dire che, oggi no, non sono andata a correre, ma nel tardo pomeriggio ho dato avvio alla mia stagione palestrica (passatemi questo poetismo). Un'ora di Total Body, sissssignore, Tutto Il Corpo: gambe, glutei, braccia, addominali. Ma credo che dia più l'idea metterla così: dopo 15 minuti io e le altre grondavamo di sudore, dopo 30 erano partite le gambe, dopo 37 il primo braccio, dopo 48 il secondo braccio e al 60' le chiappe non le sentivamo più. Gira che ti rigira sono tornata a parlare di culi....


P.S.: Scusate anche per l'assenza dai vostri blog: domani mi aspettano 8 ore di "lavoro" in biblio, quindi avrò tempo per passare a lasciare un segno!