Mi affido al trailer e ad una recensione trovata in rete per avvicinarmi ad un film che ieri sera ha mandato il mio cuore e le mie ghiandole lacrimali in tilt. Ci ho provato, lo giuro, ci ho provato a scrivere qualche cosa che potesse anche solo assomigliare ad un commento, ma non credo proprio di esserne all'altezza. L'unica cosa che posso dirvi è, se non lo avete ancora fatto, di andare a vedere questo capolavoro del nostro cinema. In barba ai tedeschi, che la loro è tutta invidia.
Il film, "delicato" e "toccante", è stato diretto dal regista Antonello Grimaldi ("Un delitto impossibile", 2000), sulla base di una sceneggiatura di Francesco Piccolo ("Giorni e nuvole", 2007), Laura Paolucci ("L'orizzonte degli eventi", 2005) e dello stesso Nanni Moretti, che compare altresì in veste di attore protagonista. La vicenda è essenzialmente vicenda interiore; da qui l'innegabile difficoltà di renderla sullo schermo.
Un'estate il manager Pietro Paladini (Nanni Moretti: "Io sono un autarchico", 1976; "Bianca", 1984; "Palombella rossa", 1989; etc.) e suo fratello Carlo (Alessandro Gassman: "Il bagno turco - Hamam", 1997) si trovano per caso a dover salvare due donne sconosciute che rischiano di annegare in mare. Lo stesso giorno, appena tornato a casa, Pietro trova la moglie Lara morta, il che necessariamente sconvolge la sua esistenza, soprattutto perché si trova a fare i conti da solo con l'educazione, la crescita e i problemi di sua figlia Claudia (l'esordiente Blu Yoshimi), una ragazzina di dieci anni che frequenta la quinta elementare e che, pur non dando apparentemente segni di gravi scompensi in seguito alla morte della madre, inevitabilmente è costretta a portare dentro di sè un fardello troppo grande per la sua età; l'equilibrio della bambina è appeso a un filo e non solo il suo, in quanto il padre, fin troppo consapevole della delicatezza della situazione, sente il dovere (per lei), ma anche il bisogno (per sé), di ricoprirla di attenzioni e di compensare per quanto possibile l'assenza della madre. Così facendo, Pietro dà a parenti, colleghi e conoscenti più motivi di preoccupazione di quanti ne procuri la piccola Claudia: infatti la sua decisione di disertare il lavoro, di disinteressarsi di tutto (in particolare di un'imminente fusione tra due società) e di rinunciare ad un ambìta posizione lavorativa, per passare invece intere giornate nel giardino sotto la scuola della figlia, in attesa della campanella o di una fugace apparizione di Claudia alla finestra, crea da un lato nei passanti pietà, comprensione, solidarietà, ammirazione, stima, dall'altro in chi lo conosceva perplessità, angoscia, preoccupazione, voglia di aiutarlo ad uscire da quella condizione. Del resto, la vita nel parco si rivela meno noiosa di quanto si possa immaginare: ogni mattina passano le stesse persone, che da complete sconosciute tendono quasi a diventare dei conoscenti o comunque dei punti di riferimento a cui aggrapparsi o che più spesso si aggrappano a Pietro, come fosse il fulcro di un microcosmo fatto di gesti rituali e rituale quotidianità. Il parco così catalizza i vari personaggi: Eleonora Simoncini (Isabella Ferrari: "Sapore di mare", 1982), la ricca signora salvata da Pietro in mare, con cui avrà uno sfrenato amplesso finale; telefonicamente, la segretaria Annalisa (la nostrana Alba Rohrwacher, sempre più lanciata nel mondo del cinema: "Mio fratello è figlio unico", 2007; "Giorni e nuvole", 2007; "Riprendimi", 2008); il collega Samuele (il sempre bravo Silvio Orlando: "Il portaborse", 1991); l'amico e collega Jean Claude (Hippolyte Girardot: "L'amore sospetto", 2005), licenziato dall'azienda; persino il grande uomo d'affari Steiner (Roman Polanski: "Tess", 1979), geloso di Eleonora; la svampita sorella della moglie (l'originale Valeria Golino, l'invidiata compagna di Scamarcio: "Respiro", 2002); Jolanda (Kasia Smutniak: "Tredici a tavola", 2004), una ragazza che porta a spasso il cane seguendo sempre lo stesso percorso; i compagni di scuola della bimba, i genitori, le maestre; una mamma con un figlio "diversamente abile".
Il quadro complessivo che ne risulta è per lo meno originale, delicato, profondo, intenso e toccante, anche grazie alla performance del protagonista Moretti, che finalmente torna sullo schermo da attore con un film di più ampio respiro, sulla scia de "La stanza del figlio" (2000), abbandonando gli angusti (per quanto piacevoli, politicamente scorretti e impegnati) orizzonti delle prime pellicole, che lo ingabbiavano in un ruolo sempre uguale a se stesso, cucito addosso su misura e non esportabile all'estero. In questo caso, invece, Nanni attore riesce a mantenersi sotto le righe, a non strafare, a non divenire la solita caricatura di se stesso, centrando così l'obiettivo e dando vita ad una commovente tragedia familiare ed umana, universale per i dolenti tasti che sa toccare ed apprezzabile ovunque, in Europa e nel mondo. Tra il primo e l'ultimo Moretti è ravvisabile la stessa differenza che intercorre tra il primo Roberto Benigni e il Benigni de "La vita è bella", ed è innegabile in ambo i casi un certo progresso nel tempo, benché ci sarebbe ancora molto da limare e migliorare quanto a recitazione; un primo grande passo, comunque, è stato compiuto: dal 2000 entrambi sono usciti - per così dire - dal proprio "orticello" (e che "orticello"!) per prendere parte ad opere di maggiore respiro. Quanto alla lettera della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) che critica la scena di sesso finale del film perché troppo pesante e spinta, vale la pena citare la giusta risposta del produttore Procacci: "La lettera si commenta da sola"; da quando in qua infatti un produttore, un regista, un attore o un'attrice devono rendere conto del loro operato alla CEI? Il protagonista della discussa scena ed il regista sostengono la necessità di quello snodo tematico all'interno della compagine della trama e probabilmente è così, ma, anche se così non fosse, soltanto questo conta, cioè se la scena sia giustificata/giustificabile o meno entro il suo contesto filmico: tutto il resto è noia...e il riferimento va a censure di qualsiasi genere (ideologiche, politiche, morali e religiose).
Il film (112 min.), di genere drammatico, tratto dal romanzo di Sandro Veronesi (Bompiani), è stato prodotto in Italia nel 2007, e distribuito nelle sale dalla 01 Distribution a partire dall'8 febbraio 2008. Il giudizio della critica è discreto (tre stellette su cinque), e in effetti si tratta di un film intenso e profondo, da vedere per lo meno per la scena di disperazione solitaria di Moretti (voto 7). Paolo Mereghetti, per "Il corriere della sera", scrive: "(...) Moretti si dimostra attore a tutto tondo. (...) Alessandro Gassman come fratello forma con Moretti una felice strana coppia, Valeria Golino dà l'impressione che non potesse essere che lei a dare corpo alla cognata di Paladini, scombinata, emotiva, spiazzante. Quello che, molto semplicemente, si dice un bel film". Nonostante ciò, a Berlino la critica tedesca risulta divisa: non manca chi consiglia agli italiani di occuparsi di cose più consone alla loro indole (la pasta, per esempio) e di lasciar perdere il cinema.
Il film, "delicato" e "toccante", è stato diretto dal regista Antonello Grimaldi ("Un delitto impossibile", 2000), sulla base di una sceneggiatura di Francesco Piccolo ("Giorni e nuvole", 2007), Laura Paolucci ("L'orizzonte degli eventi", 2005) e dello stesso Nanni Moretti, che compare altresì in veste di attore protagonista. La vicenda è essenzialmente vicenda interiore; da qui l'innegabile difficoltà di renderla sullo schermo.
Un'estate il manager Pietro Paladini (Nanni Moretti: "Io sono un autarchico", 1976; "Bianca", 1984; "Palombella rossa", 1989; etc.) e suo fratello Carlo (Alessandro Gassman: "Il bagno turco - Hamam", 1997) si trovano per caso a dover salvare due donne sconosciute che rischiano di annegare in mare. Lo stesso giorno, appena tornato a casa, Pietro trova la moglie Lara morta, il che necessariamente sconvolge la sua esistenza, soprattutto perché si trova a fare i conti da solo con l'educazione, la crescita e i problemi di sua figlia Claudia (l'esordiente Blu Yoshimi), una ragazzina di dieci anni che frequenta la quinta elementare e che, pur non dando apparentemente segni di gravi scompensi in seguito alla morte della madre, inevitabilmente è costretta a portare dentro di sè un fardello troppo grande per la sua età; l'equilibrio della bambina è appeso a un filo e non solo il suo, in quanto il padre, fin troppo consapevole della delicatezza della situazione, sente il dovere (per lei), ma anche il bisogno (per sé), di ricoprirla di attenzioni e di compensare per quanto possibile l'assenza della madre. Così facendo, Pietro dà a parenti, colleghi e conoscenti più motivi di preoccupazione di quanti ne procuri la piccola Claudia: infatti la sua decisione di disertare il lavoro, di disinteressarsi di tutto (in particolare di un'imminente fusione tra due società) e di rinunciare ad un ambìta posizione lavorativa, per passare invece intere giornate nel giardino sotto la scuola della figlia, in attesa della campanella o di una fugace apparizione di Claudia alla finestra, crea da un lato nei passanti pietà, comprensione, solidarietà, ammirazione, stima, dall'altro in chi lo conosceva perplessità, angoscia, preoccupazione, voglia di aiutarlo ad uscire da quella condizione. Del resto, la vita nel parco si rivela meno noiosa di quanto si possa immaginare: ogni mattina passano le stesse persone, che da complete sconosciute tendono quasi a diventare dei conoscenti o comunque dei punti di riferimento a cui aggrapparsi o che più spesso si aggrappano a Pietro, come fosse il fulcro di un microcosmo fatto di gesti rituali e rituale quotidianità. Il parco così catalizza i vari personaggi: Eleonora Simoncini (Isabella Ferrari: "Sapore di mare", 1982), la ricca signora salvata da Pietro in mare, con cui avrà uno sfrenato amplesso finale; telefonicamente, la segretaria Annalisa (la nostrana Alba Rohrwacher, sempre più lanciata nel mondo del cinema: "Mio fratello è figlio unico", 2007; "Giorni e nuvole", 2007; "Riprendimi", 2008); il collega Samuele (il sempre bravo Silvio Orlando: "Il portaborse", 1991); l'amico e collega Jean Claude (Hippolyte Girardot: "L'amore sospetto", 2005), licenziato dall'azienda; persino il grande uomo d'affari Steiner (Roman Polanski: "Tess", 1979), geloso di Eleonora; la svampita sorella della moglie (l'originale Valeria Golino, l'invidiata compagna di Scamarcio: "Respiro", 2002); Jolanda (Kasia Smutniak: "Tredici a tavola", 2004), una ragazza che porta a spasso il cane seguendo sempre lo stesso percorso; i compagni di scuola della bimba, i genitori, le maestre; una mamma con un figlio "diversamente abile".
Il quadro complessivo che ne risulta è per lo meno originale, delicato, profondo, intenso e toccante, anche grazie alla performance del protagonista Moretti, che finalmente torna sullo schermo da attore con un film di più ampio respiro, sulla scia de "La stanza del figlio" (2000), abbandonando gli angusti (per quanto piacevoli, politicamente scorretti e impegnati) orizzonti delle prime pellicole, che lo ingabbiavano in un ruolo sempre uguale a se stesso, cucito addosso su misura e non esportabile all'estero. In questo caso, invece, Nanni attore riesce a mantenersi sotto le righe, a non strafare, a non divenire la solita caricatura di se stesso, centrando così l'obiettivo e dando vita ad una commovente tragedia familiare ed umana, universale per i dolenti tasti che sa toccare ed apprezzabile ovunque, in Europa e nel mondo. Tra il primo e l'ultimo Moretti è ravvisabile la stessa differenza che intercorre tra il primo Roberto Benigni e il Benigni de "La vita è bella", ed è innegabile in ambo i casi un certo progresso nel tempo, benché ci sarebbe ancora molto da limare e migliorare quanto a recitazione; un primo grande passo, comunque, è stato compiuto: dal 2000 entrambi sono usciti - per così dire - dal proprio "orticello" (e che "orticello"!) per prendere parte ad opere di maggiore respiro. Quanto alla lettera della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) che critica la scena di sesso finale del film perché troppo pesante e spinta, vale la pena citare la giusta risposta del produttore Procacci: "La lettera si commenta da sola"; da quando in qua infatti un produttore, un regista, un attore o un'attrice devono rendere conto del loro operato alla CEI? Il protagonista della discussa scena ed il regista sostengono la necessità di quello snodo tematico all'interno della compagine della trama e probabilmente è così, ma, anche se così non fosse, soltanto questo conta, cioè se la scena sia giustificata/giustificabile o meno entro il suo contesto filmico: tutto il resto è noia...e il riferimento va a censure di qualsiasi genere (ideologiche, politiche, morali e religiose).
Il film (112 min.), di genere drammatico, tratto dal romanzo di Sandro Veronesi (Bompiani), è stato prodotto in Italia nel 2007, e distribuito nelle sale dalla 01 Distribution a partire dall'8 febbraio 2008. Il giudizio della critica è discreto (tre stellette su cinque), e in effetti si tratta di un film intenso e profondo, da vedere per lo meno per la scena di disperazione solitaria di Moretti (voto 7). Paolo Mereghetti, per "Il corriere della sera", scrive: "(...) Moretti si dimostra attore a tutto tondo. (...) Alessandro Gassman come fratello forma con Moretti una felice strana coppia, Valeria Golino dà l'impressione che non potesse essere che lei a dare corpo alla cognata di Paladini, scombinata, emotiva, spiazzante. Quello che, molto semplicemente, si dice un bel film". Nonostante ciò, a Berlino la critica tedesca risulta divisa: non manca chi consiglia agli italiani di occuparsi di cose più consone alla loro indole (la pasta, per esempio) e di lasciar perdere il cinema.
Recensione di David Borrello.
20 commenti:
Al di là del fatto che i tedeschi non dovrebbero poter parlare di qualunque cosa riguardi il mondo della creatività (ci vorrebbe un regolamento comunitario), forse, visto lo schifo che si infilano in bocca, serebbe meglio che della pasta se ne curassero più loro.
Ma forse non hanno ancora digerito le 2 ultime pizze che hanno preso.
Al mondiale di calcio.
Comunque. Caos calmo lo andrò a vedere, anche se non è proprio il mio genere di film, e ci andrò un pò più sereno, sapendo che per lo meno è un buon prodotto.
Quanto alla CEI... beh no, dai, è meglio che lasciamo stare.
Baci,
-L.
Che bello che qualcun'altro ha provato le stesse cose vedendo il film...
Qualcuno mi ha detto che la mia recensione lo esaltava troppo...
Per fortuna ci sono anime simili in giro...
Un bacio ed una guastata di capelli, il mostriciattolo Bk
LILLO:
Ihihih, le pizze che han preso ai mondiali.. fantastico !!
Poi fammi sapere che ne pensi del film ;)
BK:
Temo che siamo rimasti in pochi, Bk. Quando hanno riacceso le luci in sala ero l'unica con gli occhi gonfi e rossi. Ma forse non ho visto bene. O forse le persone riescono a controllarsi meglio di me. Mettiamola così, và.
A me l'hanno consigliato in molti, il problema è che quando lo propongo ad altri, mi dicono "Tu ci vai solo perché Nanni Moretti e la Ferrari hanno una scena di sesso...tutti ci vanno solo per quello". No, a me interessa la trama in sé e inoltre, non ho mai visto un film di e/o con Nanni Moretti. Potrebbe aggiungersi alle mie conoscenze, no? :)
Avevo già intenzione di andarlo a vedere...ma dopo questa dichiarazione d'amore verso il film voloooo.
Io ti consiglio LO SCAFANDRO E LA FARFALLA...bellissimo!!!
Baci e buon weekend!
Banana
OK...mi fido...so cosa fare lunedì sera...;-)
MoF
sicuramente lo vedrò..
poi mi chiedo..ma i tedeschi, da che pulpito possono criticare il cinemaitaliano..
loro che si ditinguono per l'inespressività degli attori per la banalità di trame e sceneggiatura..
l'unica cosa che riusci loro decentemente è stato il telefilm derrick..
il loro attore migliore è rex!
PINK PANTHER:
Oddio, che tutti ci vadano per la scena di sesso tra Moretti e Ferrari mi sembra un po' strano. Voglio dire, è una scena come tante altre se ne sono viste nella storia del cinema e, credimi, ce ne sono state di molto più hot. E poi voglio dire, manco quei 2 fossero sti gnocconi mai visti !!Infine, e qui concludo, il bello del film non sta solo in quella scena ma in tutto l'insieme e in cio' che riesce a trasmettere che, credimi, è ben altro che arrapamento. ;)
BANANA:
Lo Scafandro e La Farfalla? Mumble mumble... se non altro il titolo è originale..
MOF:
Guarda che il lunedì pagano meno solo gli universitari :D !!!
MAT:
Sai qual'è la tragedia Mat? Che Rex è austriaco...
Mi hai incuriosito....!Solo che a me lui proprio non piace........!
Ci penserò su.....!
Buon fine settimana anche a te concittadina....!
m hanno detto ke la scena d sesso nn centra niente con il resto del film,ma adesso m fai preoccupare del fatto ke conosco una persona ke è andato a vederlo e nn so con ki...
mi stai dicendo che non hanno neanche rex?
allora sono messi non male, ma peggio!
oh, rex è bravo! e poi costa solo 3 wurstel e una 0,40 chiara al giorno!
non vado quasi mai al cinema ma riesco a piangere lo stesso tutte le volte che mi capita di assistere ad eventi che coinvolgono profondamente i sentimenti umani.
Non è questione di tenersi o essere duri, se tieni la porta del cuore aperta l'aria passa e molte emozioni possono entrare, accettale anche quando fanno un po male, sono parte della vita di qualcuno :-)
Buon weekend spippy ;)
LELE:
In effetti Nanni come attore non è proprio bravissimo. Ma in questo film, come dice la recensione, dimostra di essere davvero migliorato molto.Bacius!
ANONIMO:
La scena di sesso può sembrare "in più", ma in realtà si concilia bene con lo stato d'animo di lui. E' uno sfogo, con tanta rabbia.
MAT:
Di sicuro Rex è molto più bravo di tanti attoruncoli che popolano la televisione italiana e straniera!!
ACQUACHIARA:
Ma tu l'hai visto Caos Calmo? No perchè sto film non si limita solo ad aprirti la porta del cuore, te la spalanca proprio!
BAOL:
Grazie, anche a te :)
ciau spippy, saltino veloce x aggiornamento...la data di Pasqua non ha avuto molto successo, x cui ne abbiamo stabilita un'altra!
Se ti va da noi ci sono tutte le info del caso, se riuscissi a venire anche tu ci farebbe piacere!a presto!
w REX!
pensavo di essere io poco portata alla visione del film in ogetto visto che e'stato..delizioso.
mia cara dolcezza rosa...ti ho memato....
Già visto e apprezzato! ;-)
CAOS CALMO è l'elaborazione di un lutto e, mi dicevano gli amici, un buon esempio di questo mio strano periodo storico...
Probabilmente hanno ragione i miei amici, ma spero che anche io presto mi sblocchi grazie a una bella Isabella Ferrari. ;-)
(candidate cercasi) ehm... ehm...
Gran bel film, confermo.
Un abbraccio introspettivo :-)
DEVO vederlo.
Non foss'altro dopo l'intervista che Moretti ha rilasciato alla Dandini in cui (a seguito delle polemiche sulla nota scena di sesso) ha dichiarato:
"Scamarcio è nervosissimo... la sua posizione nella classifica dei machi del set è stata messa a dura prova dalla mia prestazione".
Solo questo vale il prezzo del biglietto.
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