domenica 27 aprile 2008
L'ultimo dei moican...no, l'ultimo dei giornalisti.
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giovedì 24 aprile 2008
Si riciclano vibratori.
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sabato 19 aprile 2008
Oggi mi sento così
orgogliosamente partorito dalla mente malata di Spippy alle 11:52 19 commenti
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martedì 15 aprile 2008
Per un sorriso milionario.
- Acquistare il miglior dentifricio presente sul mercato. Fatene una bella scorta, perchè ad ogni lavaggio dovrete utilizzarne un discreto quantitativo. Non importa se dovrete spendere una cifra, credetemi, ne varrà la pena.
- Acquistare due tipi di spazzolini: quello classico, con setole dure, anzi no, durissime e quello elettrico. Ad ogni lavaggio utilizzarli entrambi.
- Lavarsi regolarmente i denti. E con regolarmente intendo non solo dopo ogni pasto (cosa che mi auguro facciate già), ma ogni 2 ore. In questo modo, non solo assicurerete uno splendido smalto ai vostri denti, ma sarete tranquille anche dal punto di vista dell'alito.
- Utilizzare il filo interdentale almeno 3 volte al giorno, ovvero sempre dopo i pasti principali (e se fate qualche merendina, già che ci siete, utilizzatelo di nuovo!). E non cercate di fregare: il filo va passato in mezzo a tutti i denti! Che poi se, per pigrizia, non pulite una fessura, va a finire che è proprio quella in cui si è andato ad incastrare il maledetto residuo di insalata!
- Vietato masticare chewing-gum (anche se senza zucchero).
- Vietato mangiare caramelle. Sono concesse solo ed esclusivamente quelle per il mal di gola, a patto che dopo procediate con un lavaggio intenso ed accurato: dentifricio, spazzolino classico, spazzolino elettrico, filo interdentale.
- Vietato fumare, che poi i denti assumono quel colore giallo-ocra decisamente inguardabile.
- La durata complessiva del lavaggio dei denti non deve essere inferiore ai 30 minuti: se vi avanza del tempo aggiungete altro dentifricio e ricominciate daccapo.
E infine, mi raccomando: se per caso doveste sentirvi abbandonate a voi stesse e ai vostri lavaggi, non sarà stato vano prendersi cura del proprio sorriso. Ne va del vostro futuro. E questo video sarà sempre qui, pronto a ricordarvelo:
Con affetto,
una futura eterna precaria come voi.
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domenica 13 aprile 2008
Elezioni 2008.
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giovedì 10 aprile 2008
Non Pensarci.
Il Foglio
Il più bel film italiano di quest’anno (probabilmente anche del prossimo, e del prossimo ancora..).
La Repubblica
E´ nata con Non Pensarci la via italiana alla comicità ebraico-newyorchese? Gianni Zanasi incarna il felice innesto di Woody Allen su Monicelli (che ha benedetto il film)? (...) deliziosa ma molto densa commedia (...) Battute a pioggia e ritmo serratissimo.
Il Manifesto
(...) con irriverente umorismo Zanasi conferma il suo talento di saper far ridere senza per questo darsi delle etichette. (...) C'è il tono surreale della provincia e i suoi riti, l'instabile del contemporaneo che in apparenza manco li scalfisce, e quel tono trasversale, di distanza partecipe che li restituisce capovolti.(...) Il cinema di Zanasi si sposta per movimenti impercettibili, ha la vitalità dell'imperfezione e del sentimento. Con la dote rara di catturare l'istante in esperienze (immagini) riconoscibili. Per renderle però ogni volta inattese.
Il Giornale
(...) è un'azzeccata commedia familiare di atmosfera romagnola.
Il Corriere Della Sera
(...) quello che poteva essere un ritratto nemmeno tanto originale dei mali della provincia diventa il quadro variegato e divertente di un Paese dove i luoghi comuni della "finzione all'italiana" sono aggirati, evitati o ribaltati (...) mentre Zanasi usa gli stereotipi degli adulti che non vogliono crescere e che confondono i sogni con la realtà (o le battute da bar per discorsi seri) con una leggerezza e una ironia che conquistano. (...) Valerio Mastandrea si conferma il migliore degli attori della sua generazione (...)
L'Unità
(...) è un film a dir poco sorprendente. Una commedia ben scritta e ben equilibrata, con un cast di attori in stato di grazia e una storia originale, stracolma di idee e di invenzioni, capace di raccontare destini, problemi, amori di un'Italia di provincia che aspetta solo di essere mostrata. (...) Film indipendente che ci fa riscoprire un Zanasi rinato, fresco, pungente, attento alla realtà, capace di far girare i suoi attori sulla giostra di dialoghi e situazioni spesso commoventi, certo bizzarre, sempre vere. (...)
Spippy's News
Quoto in pieno i miei colleghi giornalisti, ndr.
E aggiungo: colonna sonora fantastica. Se qualcuno, per caso, dovesse possederla, è gentilmente pregato di informare la sottoscritta.
Mucias grazias tesoritos!!
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martedì 8 aprile 2008
Contenta.
- contenta di essermi fatta qualche canna insieme a Dante (che poi si chiamava Durante, e chissà se è esistito davvero.. non abbiamo nemmeno una sua firma autografa, fumato com'era si è scordato dei diritti d'autore)
- contenta di aver chiacchierato sotto ad un lauro in compagnia di Francesco
- contenta di aver discusso di politica e campagna elettorale con Niccolò
- contenta di aver sognato con Tommaso un mondo fatto di giustizia e rispetto
- contenta di aver riso delle stranezze di Zeno Cosini
- contenta di essermi guardata allo specchio insieme a Luigi che mi faceva venire il dubbio di essere agli occhi degli altri una nessuna e centomila (in effetti con Luigi ho un po' litigato, resto fermamente convinta che di Spippy ce ne sia UNA SOLA)
- contenta di essermi punta il dito su uno dei cocci aguzzi di bottiglia di Eugenio
- contenta di aver corso insieme a Milton, il partigiano di Una Questione Privata
- contenta di aver ricordato quello che mi raccontavano i miei nonni sui nazisti
.. e infine contenta di essermi sentita un po' nuda, un po' misera e un po' inerme di fronte all'Amore.
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sabato 5 aprile 2008
Deh...
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venerdì 28 marzo 2008
Presto, di mattina.
E' questo il pensiero delle 8.15 di mattina. Come mi piacerebbe essere.
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lunedì 24 marzo 2008
Destinazione inferno.
Tuu... tuu... tuu...
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giovedì 20 marzo 2008
C'era una volta, a Imola...
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lunedì 17 marzo 2008
Occhioni
In questi giorni nei quali siamo da sole, mi chiedo spesso se per caso si annoi. Mi dedico a lei non appena possibile, tra una pagina e l'altra, una commissione e l'altra, una pianta da innaffiare e l'altra. Ma ho come l'impressione che in realtà sia lei ad occuparsi di me. Mi sollecita più volte ad alzarmi al mattino, come se avesse paura che possa tirare dritto alla sveglia e perdere tempo prezioso per lo studio o quant'altro. Se passo la mattinata in terrazza, con i libri aperti sotto il sole per colorare un pò la pelle ed illudermi di essere su una spiaggia deserta, lei sta lì con me. Ha caldo, ha un caldo pazzesco, me ne accorgo perchè si muove continuamente, cambia posizione ogni cinque minuti, alla ricerca di una fetta d'ombra non ancora riscaldata dalla sua presenza. Però resta lì e si addormenta. A pranzo mi raggiunge in cucina e lo stesso fa all'ora di cena. Quando rientro dopo essere stata fuori, mi aspetta davanti al cancello di casa stile mamma in apprensione. Oggi mi ero appisolata sul divano, verso le 19. Ho riaperto gli occhi di scatto, convinta di aver sentito un rumore o di aver sognato qualcosa di strano. Nulla di tutto ciò, semplicemente c'era lei, accanto a me, che aspettava il mio risveglio. Dev'essere stata la forza del suo sguardo. Solo che a volte, davvero, quando mi guarda con quegli occhi azzurri, mi viene il dubbio che si annoi. Che forse dovrei farla giocare di più, anche se ha una certa età e un'indole tutt'altro che vivace.O che dovrei parlarle di più, essere più di compagnia. Se solo potessi, mi tufferei in quel mare azzurro e sbircerei dentro la sua testolina per sapere cosa pensa, se pensa qualcosa. Magari ha un'idea precisa su ogni componente della famiglia, che ne so. Magari ci sarebbe da farsi un tot di risate. Magari, più probabilmente, non troverei nulla di ciò che immagino. Perchè quegli occhi hanno tutta l'aria di nascondere una specie di mistero..
Post scritto in data 30 giugno 2007.
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giovedì 13 marzo 2008
Oggi mi sento così
E un giorno ti svegli stupita e di colpo ti accorgi
che non sono più quei fantastici giorni all'asilo
di giochi, di amici e se ti guardi attorno non scorgi
le cose consuete, ma un vago e indistinto profilo...
E un giorno cammini per strada e ad un tratto comprendi
che non sei la stessa che andava al mattino alla scuola,
che il mondo là fuori t'aspetta e tu quasi ti arrendi
capendo che a battito a battito è l'età che s'invola...
E tuo padre ti sembra più vecchio e ogni giorno si fa più lontano,
non racconta più favole e ormai non ti prende per mano,
sembra che non capisca i tuoi sogni sempre tesi fra realtà e sperare
e sospesi fra voglie alternate di andare e restare...
di andare e restare...
E un giorno ripensi alla casa e non è più la stessa
in cui lento il tempo sciupavi quand'eri bambina,
in cui ogni oggetto era un simbolo ed una promessa
di cose incredibili e di caffellatte in cucina...
E la stanza coi poster sul muro ed i dischi graffiati
persi in mezzo ai tuoi libri e regali che neanche ricordi,
sembra quasi il racconto di tanti momenti passati
come il piano studiato e lasciato anni fa su due accordi...
E tuo padre ti sembra annoiato e ogni volta si fa più distratto,
non inventa più giochi e con te sta perdendo il contatto...
E tua madre lontana e presente sui tuoi sogni ha da fare e da dire,
ma può darsi non riesca a sapere che sogni gestire...
che sogni gestire...
Poi un giorno in un libro o in un bar si farà tutto chiaro,
capirai che altra gente si è fatta le stesse domande,
che non c'è solo il dolce ad attenderti, ma molto d'amaro
e non è senza un prezzo salato diventare grande...
I tuoi dischi, i tuoi poster saranno per sempre scordati,
lascerai sorridendo svanire i tuoi miti felici
come oggetti di bimba, lontani ed impolverati,
troverai nuove strade, altri scopi ed avrai nuovi amici...
Sentirai che tuo padre ti è uguale, lo vedrai un po' folle, un po' saggio
nello spendere sempre ugualmente paura e coraggio,
la paura e il coraggio di vivere come un peso che ognuno ha portato,
la paura e il coraggio di dire: " io ho sempre tentato,
io ho sempre tentato... "
Francesco Guccini.
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giovedì 6 marzo 2008
Altro che l'america
Fare sesso nascosti in un cesso Proprio in un cesso dobbiamo stare? Guarda, te lo dico, iniziamo male..
fumarsi una Marlboro dopo l'amplesso Fumatela te la Marlboro, che io ai miei polmoni ci tengo e poi devo andare a correre e adesso che riesco a fare 11 km non vorrei schiattare dopo i primi 300 metri
oppure farlo in macchina di fianco alla strada ..oh beh certo, così se passa un maniaco trova pane per i suoi denti. Poi mi è già successo che un nonno abbia tentato di interrompere un mio tete a tete e trattasi di un'esperienza che non vorrei ripetere. Anche perchè era interessato al mio lui, non a me.
buscarsi un raffreddore male che vada Ah ma allora te le vai proprio a cercare!
sentirsi un po' animali, un po' primitivi Ho capito, mi devo vestire alla Wilma Flinstones per stimolare i tuoi bollenti spiriti.. ognuno ha le sue fantasie, d'altronde.
sentire che respiri, sentire che vivi Se vuoi che lo facciamo sarà il caso che respiri, io credo. Piuttosto, impegnati per trasformare il mio respiro in qualcosa di più ansimante, se ci riesci.
E convincere i tuoi ad andare in vacanza Tesoro, non è il caso di aspettare che i miei levino le tende. Passerebbe un lasso di tempo molto lungo e temo non sapresti resistere. Troviamo un'alternativa, che dici?
spedirli un giorno al mare e farlo in ogni stanza Aridaiiiie, allora quella del cesso è una fissa!!
provare le ricette, collaudare la cucina "Mmmm ssssiii, friggimi tuttaaaaaaaaaaa !!!".. per carità.
usare la Nutella, usare la farina La Nutella okay, anche subito. Ma la farina? Dopo avermi ricoperta tutta di polverina bianca che fai, mi sbatti 2 o 3 uova sulla pancia, impasti un po' e poi procedi col mattarello per fare la sfoglia? Oh, se conta per eliminare la panzetta possiamo anche provare..
guardare il suo corpo, scoprirne la forma Il suo di chi? Non si era detto noi due soli? Non avrai mica chiamato anche il nonno????
sentire dei passi... è qualcuno che torna... Ecco appunto, il nonno.
Fare sesso, succhiarne la polpa Oddio, non voglio vedere cosa fate, non ne voglio sapere nullaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!
e via la vergogna e i sensi di colpa Ah se non ti vergogni tu...
sdraiarsi sulla sabbia, rotolarsi nel fango Ricapitoliamo: cesso, nutella, farina, polpa, sabbia, fango.. ma la parola igiene esiste nel tuo dizionario o guarda caso quella pagina è stata disgraziatamente divelta?
carezzarle le gambe, improvvisarsi in un tango Mi sto immaginando tutta ricoperta di farina e nutella che ballo un tango. Che gioia.
annusarle la pelle, scoprirne l’odore E chissà che profumino dopo questi esperimenti culinari di alto livello!
passare dal sesso a fare l’amore.... Adesso è inutile che fai il romantico solo perchè hai avuto delle prestazioni misere e vuoi addolcirmi la pillola..
E altro che l'america .. puoi dirlo forte
altro che la musica .. puoi gridarlo
quando sei selvatica ... siiiiiiiiiii ?
altro che l'america .... eh lo so lo so lo so...modestamente..
E vivere una notte lunga una vita Tesoro non importa dai, lo so che puoi fare di meglio ma non stasera..
avere il suo profumo ancora tra le dita .. il profumo del nonno?
svegliarsi affamati e rifarlo per ore .. fame??? fame??? Come puoi parlarmi di fame??
passare dal sesso a fare l'amore.... sì, domani tesoro, domani..adesso dormi. Ecco bravo, così..
orgogliosamente partorito dalla mente malata di Spippy alle 20:47 31 commenti
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venerdì 29 febbraio 2008
Oggi mi sento così
orgogliosamente partorito dalla mente malata di Spippy alle 18:33 17 commenti
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martedì 26 febbraio 2008
Alternative possibili.
orgogliosamente partorito dalla mente malata di Spippy alle 18:36 10 commenti
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giovedì 21 febbraio 2008
Quello che, molto semplicemente, si dice un bel film.
Il film, "delicato" e "toccante", è stato diretto dal regista Antonello Grimaldi ("Un delitto impossibile", 2000), sulla base di una sceneggiatura di Francesco Piccolo ("Giorni e nuvole", 2007), Laura Paolucci ("L'orizzonte degli eventi", 2005) e dello stesso Nanni Moretti, che compare altresì in veste di attore protagonista. La vicenda è essenzialmente vicenda interiore; da qui l'innegabile difficoltà di renderla sullo schermo.
Un'estate il manager Pietro Paladini (Nanni Moretti: "Io sono un autarchico", 1976; "Bianca", 1984; "Palombella rossa", 1989; etc.) e suo fratello Carlo (Alessandro Gassman: "Il bagno turco - Hamam", 1997) si trovano per caso a dover salvare due donne sconosciute che rischiano di annegare in mare. Lo stesso giorno, appena tornato a casa, Pietro trova la moglie Lara morta, il che necessariamente sconvolge la sua esistenza, soprattutto perché si trova a fare i conti da solo con l'educazione, la crescita e i problemi di sua figlia Claudia (l'esordiente Blu Yoshimi), una ragazzina di dieci anni che frequenta la quinta elementare e che, pur non dando apparentemente segni di gravi scompensi in seguito alla morte della madre, inevitabilmente è costretta a portare dentro di sè un fardello troppo grande per la sua età; l'equilibrio della bambina è appeso a un filo e non solo il suo, in quanto il padre, fin troppo consapevole della delicatezza della situazione, sente il dovere (per lei), ma anche il bisogno (per sé), di ricoprirla di attenzioni e di compensare per quanto possibile l'assenza della madre. Così facendo, Pietro dà a parenti, colleghi e conoscenti più motivi di preoccupazione di quanti ne procuri la piccola Claudia: infatti la sua decisione di disertare il lavoro, di disinteressarsi di tutto (in particolare di un'imminente fusione tra due società) e di rinunciare ad un ambìta posizione lavorativa, per passare invece intere giornate nel giardino sotto la scuola della figlia, in attesa della campanella o di una fugace apparizione di Claudia alla finestra, crea da un lato nei passanti pietà, comprensione, solidarietà, ammirazione, stima, dall'altro in chi lo conosceva perplessità, angoscia, preoccupazione, voglia di aiutarlo ad uscire da quella condizione. Del resto, la vita nel parco si rivela meno noiosa di quanto si possa immaginare: ogni mattina passano le stesse persone, che da complete sconosciute tendono quasi a diventare dei conoscenti o comunque dei punti di riferimento a cui aggrapparsi o che più spesso si aggrappano a Pietro, come fosse il fulcro di un microcosmo fatto di gesti rituali e rituale quotidianità. Il parco così catalizza i vari personaggi: Eleonora Simoncini (Isabella Ferrari: "Sapore di mare", 1982), la ricca signora salvata da Pietro in mare, con cui avrà uno sfrenato amplesso finale; telefonicamente, la segretaria Annalisa (la nostrana Alba Rohrwacher, sempre più lanciata nel mondo del cinema: "Mio fratello è figlio unico", 2007; "Giorni e nuvole", 2007; "Riprendimi", 2008); il collega Samuele (il sempre bravo Silvio Orlando: "Il portaborse", 1991); l'amico e collega Jean Claude (Hippolyte Girardot: "L'amore sospetto", 2005), licenziato dall'azienda; persino il grande uomo d'affari Steiner (Roman Polanski: "Tess", 1979), geloso di Eleonora; la svampita sorella della moglie (l'originale Valeria Golino, l'invidiata compagna di Scamarcio: "Respiro", 2002); Jolanda (Kasia Smutniak: "Tredici a tavola", 2004), una ragazza che porta a spasso il cane seguendo sempre lo stesso percorso; i compagni di scuola della bimba, i genitori, le maestre; una mamma con un figlio "diversamente abile".
Il quadro complessivo che ne risulta è per lo meno originale, delicato, profondo, intenso e toccante, anche grazie alla performance del protagonista Moretti, che finalmente torna sullo schermo da attore con un film di più ampio respiro, sulla scia de "La stanza del figlio" (2000), abbandonando gli angusti (per quanto piacevoli, politicamente scorretti e impegnati) orizzonti delle prime pellicole, che lo ingabbiavano in un ruolo sempre uguale a se stesso, cucito addosso su misura e non esportabile all'estero. In questo caso, invece, Nanni attore riesce a mantenersi sotto le righe, a non strafare, a non divenire la solita caricatura di se stesso, centrando così l'obiettivo e dando vita ad una commovente tragedia familiare ed umana, universale per i dolenti tasti che sa toccare ed apprezzabile ovunque, in Europa e nel mondo. Tra il primo e l'ultimo Moretti è ravvisabile la stessa differenza che intercorre tra il primo Roberto Benigni e il Benigni de "La vita è bella", ed è innegabile in ambo i casi un certo progresso nel tempo, benché ci sarebbe ancora molto da limare e migliorare quanto a recitazione; un primo grande passo, comunque, è stato compiuto: dal 2000 entrambi sono usciti - per così dire - dal proprio "orticello" (e che "orticello"!) per prendere parte ad opere di maggiore respiro. Quanto alla lettera della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) che critica la scena di sesso finale del film perché troppo pesante e spinta, vale la pena citare la giusta risposta del produttore Procacci: "La lettera si commenta da sola"; da quando in qua infatti un produttore, un regista, un attore o un'attrice devono rendere conto del loro operato alla CEI? Il protagonista della discussa scena ed il regista sostengono la necessità di quello snodo tematico all'interno della compagine della trama e probabilmente è così, ma, anche se così non fosse, soltanto questo conta, cioè se la scena sia giustificata/giustificabile o meno entro il suo contesto filmico: tutto il resto è noia...e il riferimento va a censure di qualsiasi genere (ideologiche, politiche, morali e religiose).
Il film (112 min.), di genere drammatico, tratto dal romanzo di Sandro Veronesi (Bompiani), è stato prodotto in Italia nel 2007, e distribuito nelle sale dalla 01 Distribution a partire dall'8 febbraio 2008. Il giudizio della critica è discreto (tre stellette su cinque), e in effetti si tratta di un film intenso e profondo, da vedere per lo meno per la scena di disperazione solitaria di Moretti (voto 7). Paolo Mereghetti, per "Il corriere della sera", scrive: "(...) Moretti si dimostra attore a tutto tondo. (...) Alessandro Gassman come fratello forma con Moretti una felice strana coppia, Valeria Golino dà l'impressione che non potesse essere che lei a dare corpo alla cognata di Paladini, scombinata, emotiva, spiazzante. Quello che, molto semplicemente, si dice un bel film". Nonostante ciò, a Berlino la critica tedesca risulta divisa: non manca chi consiglia agli italiani di occuparsi di cose più consone alla loro indole (la pasta, per esempio) e di lasciar perdere il cinema.
Recensione di David Borrello.
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sabato 16 febbraio 2008
For ridiculous men
Lo confesso. Ho ceduto alla tentazione di comprare la nuova rivista maschile 'For Men Magazine'.
Del resto, come potevo resistere agli affascinanti argomenti annunciati dalla copertina (che, tra parentesi, ritrae un tizio con una faccia da pirla e un asciugamano di spugna bianca che fa tanto 'figo da spogliatoio')?
Almeno quattro i titoli memorabili:
- 'Falle dire basta stanotte!'
- 'Ricco entro Pasqua: 15 idee geniali'
- 'Trucchi: mangi il doppio diventi la metà'
- 'Smetti di fumare e voli ai Caraibi'.
Non vorrei deludere il geniale direttore Andrea Biavardi, ma a far dire "BASTA" a una donna siete già tutti bravissimi da soli poiché di solito ne abbiamo abbastanza dopo i primi tre minuti. La vostra difficoltà sta nel farle dire "ANCORA!", al limite. Ci pensi su, per il prossimo numero.
Riguardo allo slogan 'Ricco entro Pasqua', beh, signor Biavardi, se vuole fare le cose fatte bene, nel prossimo numero alleghi anche due simpatici gadget: passamontagna e chiave inglese.
Alla promessa 'Mangi il doppio e diventi la metà', invece, tenderei anche a credere. Bisogna vedere la metà di cosa. Io se mangio il doppio, signor Biavardi, divento l'esatta metà del Partenone, in effetti.
Infine, sempre in copertina, campeggia la scritta 'Smetti di fumare e voli ai Caraibi'. Guardi signor direttore, io non ho mai conosciuto uno che abbia smesso di fumare e che sia andato in un'isola tropicale a festeggiare. In compenso ho sentito un sacco di gente che ha cominciato a fumare sostanze illecite e s'è fatta certi viaggi senza neanche uscire di casa che lei neanche si immagina.
Ma questo è solo l'inizio. Una s'illude che il peggio sia già tutto in copertina e invece no, il meglio è all'interno!
A pagina 52 c'è un avvincente e istruttivo servizio con tanto di foto redazionali su 'Come slacciarle il reggiseno' che tiene conto dei vari modelli (classico, seduttivo, sportivo...). A parte l'intelligenza del servizio in sé, vorrei soffermarmi sul consiglio per slacciare rapidamente il modello sportivo, che è: "Se lei è spiritosa dacci un taglio con le forbici!". Biavardi, io le garantisco che sono una donna alquanto spiritosa, ma se un uomo che magari conosco da poco, in un momento d'intimità mi tira fuori dal taschino un paio di forbici, io come minimo penso che sia il mostro di Milwaukee e nella migliore delle ipotesi gli assesto un calcio nelle palle che il mese dopo il soggetto in questione passa dal suo For Men Magazine a Donna Moderna.
A pagina 50 poi, si tocca l'apice grazie ad un servizio che affronta la spinosa questione: 'Se l'iguana domestico ci prova con tua moglie'. Nell'articolo si sostiene, infatti, che ci sono diversi casi di molestie sessuali da parte d'iguana nei confronti di donne con il ciclo. Senta signor Biavardi, lei l'ha mai vista una donna col ciclo? Mi segua signor direttore, non parlo di una donna in sella al motorino. Parlo della donna in quei giorni lì. Ecco guardi, io in quei giorni ho la cera del cugino It e l'affabilità di Godzilla, non mi si avvicinerebbe a meno di cento metri un Velociraptor si figuri un' iguana.
Luciana Littizetto
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mercoledì 13 febbraio 2008
Pillole freudiane.
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domenica 10 febbraio 2008
Colazione da Spippy
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giovedì 7 febbraio 2008
Now i'm lost and i'm screaming for help
Ci sono immagini e sensazioni che mi tornano alla mente quando questa canzone parte e mi porta via con sè. Le stesse che mi rapiscono se guardo la foto di me e Vale postata 2 giorni fa, ma più forti. Perchè quando la musica si lega a certi ricordi, non c'è pezza che tenga. Perchè quando questa canzonetta inizia è di nuovo estate, è di nuovo mare, è di nuovo Mojito Beach, è di nuovo sete di una fogliolina di menta fresca da far scivolare lentamente sulle labbra. Sopra di me il cielo stellato ha preso il posto del sole che mi ha accarezzata ovunque per tutta la giornata. Davanti a me gente, tantissima gente, che beve, che balla, che si bacia, che infila le mani dappertutto, pur di cogliere le curve di qualche bel fianco morbido. Dentro di me un'emozione strana e un'attrazione forte verso quella stessa emozione. Mi sento avvolta solo dalla mia pelle abbronzata, come se la gonna e la canotta che indosso non esistessero più. "..Relax, take it easy.." e mi sento leggera leggera e sento che potrei bere all'infinito, perchè più ubriaca di così non potrei essere comunque. Qualcosa mi scorre nelle vene, più potente dell'alcool, più potente di qualsiasi droga.. non riesco a dargli un nome, ma non importa. Una figura buffa insiste per offrirmi una birra, passa da me a Vale come una pallina da ping pong, sperando che una delle due prima o poi ceda ai suoi goffi tentativi di approccio. Ma io non sono più lì, quel corpo che ora si sta muovendo non è più il mio, il mio sguardo lo trascina via e lo spinge tra le braccia alzate, tra i brividi caldi di due respiri molto vicini, tra il sincronismo di due bacini che ondeggiano cercandosi insistentemente, come due calamite. Per un attimo sembra che l'estate possa fermarsi per sempre su quelle note e che quelle stelle possano restare lì, a ballare insieme a me, ignare del tempo e della vita di sempre e delle paure e di tutto quello che non sia puro piacere e allegria e sorriso. La spiaggia è allagata da un'ebrezza magica, i granellini di sabbia sono oro splendente che piove su tutti quei corpi e si appiccica ad essi sottolineando ancora di più il loro ondeggiare..il loro giocare insieme..il loro amalgamarsi l'uno nell'altro.
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martedì 5 febbraio 2008
Troni usurpati
E adesso ditemi, miei cari, siamo o non siamo di fronte a un clamoroso caso di usurpazione di trono??
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sabato 2 febbraio 2008
Surrender to nothing
Provo rabbia. Rabbia per il tempo che troppo spesso lascio passare senza viverlo davvero. Rabbia per le paranoie di cui si ubriaca la mia testa e che non so contenere, rinchiudere entro un recinto spinato. Rabbia per la scarsa protezione che offro al mio cuore, esponendolo alle intemperie dei miei temporali di lunaticismo. Rabbia per i mille "se" che non riesco mai a trasformare in dati di fatto e che lascio impallidire di fronte a mille-e-uno "ma". Li guardo svanire, immobile e disillusa. Rabbia per le favole alle quali mi aggrappo, per i buoni propositi soltanto teorici, per le belle sorprese che sogno di trovare dietro ad una pagina che non mi decido a voltare. Provo rabbia per l'indipendenza che vorrei, per il cappio stretto intorno alla gola che sento ogni volta che vorrei disegnarmi io i miei orari e i miei spazi vitali, seguito da un altro ancora più soffocante, quello del senso di colpa per non essere riconoscente a chi mi mantiene. Rabbia per la delusione dell'Alma Mater Studiorum di Bologna, perchè da quando la frequento mi sembra di guardare il mio futuro attraverso un binocolo rotto, che rimanda immagini sfocate e lontanissime, indecifrabili. Rabbia per le occasioni perdute.
Provo rabbia, e anche tanta. Una rabbia sana, però, di quelle che non si fanno mettere i piedi in testa dai rimorsi. Che pure ci sono, ma ai quali non concedo l'onore di reggere il timone. Spippy stringe i denti e sente di potersi scrollare di dosso tutti quei pesi che non la fanno sorridere come vorrebbe. Spippy stringe i pugni e la pianta di vivere una vita che non è la sua. Spippy magari prova anche a riprendere a scrivere come faceva una volta, perchè fissare qualche macchia d'inchiostro su un foglio bianco è l'equivalente per lei di mettersi davanti ad uno specchio e cercare di capire cosa va e cosa no. Per cosa e per chi vale davvero la pena ubriacarsi di paranoie e da cosa e da chi, invece, è meglio praticare un'astinenza purificatrice.
Ho un quaderno davanti a me, uno di quelli per bimbi, con figure delineate solo da contorni scuri. Sta a me decidere se lasciarle in bianco e nero o colorarle.
Comincio dal cielo. Non è più buio. Passatemi un azzurro sgargiante.
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lunedì 28 gennaio 2008
La musica è finita
"Il V-day dell’otto settembre duemilasette fu organizzato per cambiare la legge elettorale. Tre punti:condannati fuori, due mandati e la preferenza diretta che nessuno cita: è diventata come il terzo segreto di Fatima.
Per la prima volta nella storia della Repubblica sono state raccolte 350.000 firme in un giorno. Il V-day fu seppellito dall’ignoranza politica e dagli insulti. Il centro sinistra lo criminalizzò. Il centro destra lo sbeffeggiò.
La settimana prima del V-day organizzai una conferenza stampa a Firenze. Invitai 500 giornalisti, solo 7 diedero la loro adesione. La annullai. Telefonai all’Espresso per proporgli un servizio sul V-day. Mi risposero che avevano “altre priorità”. Le uniche testate interessate furono straniere: americane, inglesi, francesi, tedesche, australiane, argentine… A cui rilasciai decine di interviste, quasi mai riprese in Italia.
Topo Gigio e il centro sinistra implorano adesso una nuova legge elettorale prima del voto. Questi spudorati in due anni di Governo hanno partorito, d’accordo con lo psiconano, la legge sull’indulto per evitare che gli amministratori di nomina politica e i bancarottieri finissero dietro le sbarre. Cuffaro e la signora Dini, tra gli altri, ringraziano.
Il centro destra, nel 2006, ha cambiato una legge frutto di un referendum, contro il volere dei cittadini, espropriando gli elettori del diritto di scelta del candidato. Questo, per me, costituzionale o meno, legale o meno, si chiama COLPO DI STATO. La modifica alla legge elettorale è stata illegittima. Votare in queste condizioni porterà a liste chiuse di condannati, di leccaculo e di parenti.
La priorità del governo Prodi doveva essere la legge elettorale, andava cambiata nei primi 100 giorni insieme alla legge sul conflitto di interessi, e poi si doveva tornare subito al voto popolare. Non macerarsi in Senato con il ceppaloide. Fassino in un comizio, prima delle elezioni, disse che la priorità era il lavoro, il lavoro, il lavoro… e non il conflitto di interessi. Si è visto quale lavoro hanno creato. Sottopagato e mortale.
Oggi questa banda di deficienti, e non è un insulto, consegna il Paese al baratro berlusconiano. Per noi sarà dura, per loro è finita."
Liberamente tratto dal Blog di Beppe Grillo.
Un'ultima, anzi no, penultima cosa: nel post di ieri ho parlato della memoria, di quanto sia importante tenerla sempre ben allenata. Ecco allora, direi di iniziare subito:
E adesso davvero l'ultimissima cosa: se vi va, date un'occhiata al post del 25 gennaio su Vita Smeralda.
orgogliosamente partorito dalla mente malata di Spippy alle 16:15 35 commenti
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domenica 27 gennaio 2008
I giorni della memoria.
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo é un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa é una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo é stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi."
Primo Levi, Se Questo E' Un Uomo.
No, non ho sbagliato il titolo del post. Il plurale va benissimo. Perchè tutti i giorni dovrebbe essere i giorni della memoria di tutte le guerre e di tutte le oscenità.
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mercoledì 23 gennaio 2008
Promemoria sulla felicità
orgogliosamente partorito dalla mente malata di Spippy alle 17:09 18 commenti
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domenica 20 gennaio 2008
Domenica al mare, a mostrare le chiappe chiare
Il mare d'inverno ha un che di estremamente desolante e deprimente. Ma credo che questi due attributi, legati appunto alla stagione fredda, siano adatti in particolar modo al "nostro" mare, quello della riviera romagnola. Insomma, alla nostra brodaglia. Che brodaglia è e brodaglia rimane in ogni stagione dell'anno. E se d'inverno le sue acque si avvicinano un pochino di più all'azzurro tipico dell'H20 di qualsiasi altro specchio lacustre o marittimo o fluviale esistente sulla faccia del pianeta, ci pensa comunque il nebbione umido della "bassa" romagnola a far perdere loro quei pochi punti guadagnati. Che poi sono convintissima che le nostre spiagge sarebbero delle gran belle spiagge se non ci fossero mille "se" ad impedirlo. Vedi quel piccolo dettaglio dell'inquinamento. Vedi quell'altro piccolo ed insignificante particolare del business che ci hanno costruito sopra. Vedi la consistenza della sabbia, che non ti si toglie di dosso neanche se raspi come un dannato. Ma su quest'ultimo neo potrei, al limite, anche sorvolare.
Oggi, mentre passeggiavamo sul bagnasciuga (facciamo finta che vada bene scritto così), ho pensato che non potrei mai vivere, che so, a Punta Marina. Men che meno a Casal Borsetti o a Marina Romea. Ma neanche a Rimini, perchè non è la grande città che voglio. Andrebbe già meglio un paesello come Peschici, giù nel Gargano, o uno di quelli della Croazia. E chissenefrega se non ci sono le disco. E chissenefrega se non c'è la Duna Degli Orsi per fare l'aperitivo. Ci sono, al loro posto, le mucche che pascolano e i pesci vivi nel mare. Ci sono, in Puglia, le orecchiette al pomodoro e basilico e, in Croazia, vassoi di pesce squisito a pochissimi euri - lo scontrino, in "kune" ti fa pigliare un colpo, ma poi fai il cambio e tiri un gran sospiro di sollievo-. Paesini tutti concentrati attorno al porto e con una splendida macchia mediterranea alle spalle. A Marina di Ravenna, invece, son rimasti 3 metri di pineta e in quei 3 metri non c'è un centimetro libero da cartacce, mozziconi di sigaretta e chi più ne ha più ne metta (pure la rima baciata, tiè!). Nella nostra riviera cammini in riva al mare, mano nella mano col tuo lui, e il sottofondo al vostro idillio amoroso non è dato dalle onde che si infrangono, ma dallo scricchiolio dei granchi stecchiti e portati a riva dalla corrente. In acqua, le uniche forme di vita che prolificano alla grande sono le alghe e che goduria quando ti solleticano i piedi. Piedi che tra l'altro non riesci a vedere, tanto è limpida la superficie del mare. Immergi una mano fino al polso e sembra che il tuo braccio finisca lì, al segno lasciato dal cinturino dell'orologio. I bambini giocano beati con la sabbia, cosa che effettivamente non potrebbero fare in Croazia dove per lo più le spiagge sono sassose. I bambini possono fare il bagnetto coi loro bracciolini e il loro salvagente a paperella senza rischio di annegare, perchè, bisogna riconoscerlo, la riviera romagnola offre lunghi tratti con acqua alle caviglie. Ma proprio mentre quegli stessi bambini sguazzano felici, ecco che un barattolo di detersivo si va ad incastrare nel loro costumino. Oppure, un assorbente finisce dritto dritto sulla torre più alta del castello di sabbia appena ultimato. Ecco cosa mancava: il ponte levatoio!
Cazzate a parte, ho passato una gran bella domenica al mare a mostrare le chiappe chiare. La ciliegina sulla torta è stata la piadina mangiata a mezzogiorno. Perchè la piadina, non c'è pezza che tenga, nessuno la fa meglio di noi. Vi dirò di più: oggi mi sono persino ricordata della grande differenza che esiste tra la piada che vendono alle baracchine di Imola -a mio parere, ahimè, tarocca - e quella del cuore della Romagna (Ravenna, Rimini e via andare). La piadina buona è quella sottile, non quella grossa. Quella che quando ero piccola e i miei, per farmi fare un po' di mare senza macinare troppi km, mi portavano a Pinarella, pappavo con uno strato di Nutella spalmato sopra. Piadina calda e Nutella alle 4 del pomeriggio in piena estate. Bambina folle ero e bambina folle resto.
Questo post non ha un capo nè una coda. Non è un inno alle mie origini, del tipo "Romagnaaaaa mia, Romagnaaaaa in fioreeeeeee..", perchè non ho fatto altro che infamare la riviera. Ma non è nemmeno un rigurgito nei confronti di questa nostra strisciolina di mare, alla quale, alla fin fine, sono comunque affezionata e della quale conservo tanti bei ricordi d'infanzia. All'hotel Donatella di Pinarella di Cervia, infatti, Spippy ha fatto le sue prime conquiste vacanzaiole, ha iniziato a seguire i mondiali di calcio e il SuperCodino e ha realizzato le sue prime stupende costruzioni di sabbia. Ma il ricordo a cui sono più legata è sicuramente uno solo: la fuga dalle acque appestate dalla mucillaggine.
orgogliosamente partorito dalla mente malata di Spippy alle 20:30 40 commenti
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venerdì 18 gennaio 2008
Deja vu
"Edoardo?".
Avevo nominato l'innominabile. Edoardo era il ragazzo con cui stava prima di sposare Carlo. Ho sempre pensato si fosse sposata perchè era totalmente sconvolta dalla storia con Edoardo. Quell'uomo l'aveva annientata. Nemmeno la mia amicizia l'aveva potuta aiutare. Edoardo, soprannominato da noi Egoardo per via del suo pensiero rivolto sempre verso se stesso, era una di quelle persone che probabilmente tutti, prima o poi, incontriamo almeno una volta nella vita. Quelle persone che per un motivo inspiegabile e misterioso ti agganciano e non riesci a lasciare finchè non ti distruggono e ti fanno in mille pezzi. Anche a persone intelligenti come Silvia può capitare. Anzi, il fatto che lei cercasse di dare un senso al modo in cui lui si comportava l'aveva completamente mandata fuori di testa. Come un rebus di cui non trovi la soluzione. Non ho capito perchè ha detto così! Perchè ha fatto questo? Cosa voleva dire? Dove ho sbagliato?
Quelle persone alle quali diamo un'importanza enorme: pendiamo dalle loro labbra, dal loro giudizio. Basta una parola negativa e tutti i complimenti che ci hanno fatto fino a quel momento non hanno più valore. Hanno il potere di annientarti o innalzarti con una sola parola. Si entra in competizione con noi stessi per avere un loro parere positivo. Ci si "ingarella", come si diceva da piccoli. Sono relazioni che non riesci a gestire; razionalmente capisci che ti fanno male, ma non puoi liberartene perchè nascono in te le stesse dinamiche mentali di un tossicodipendente. Tutto diventa ingestibile. Perfino una cosa semplice come mandare dei messaggi al telefono diventa oggetto di dubbi universali: L'ultimo messaggio inviato è il mio, che faccio: ne mando un altro perchè non mi ha risposto, aspetto, chiamo con l'anonimo? Faccio quella offesa, o è meglio la versione spiritosa e simpatica? Inizio a offenderlo, dicendo che almeno per educazione dovrebbe rispondermi?
Da amico avevo riconosciuto quella situazione tra Egoardo e Silvia e sapevo che se avessi insistito troppo dicendole di lasciarlo avrei perso io. In quei casi è meglio fare solamente piccoli passi, perchè la persona alla quale si vuole bene non è più lei. In quella situazione è come se fosse ipnotizzata. (..) Il problema fondamentale tra loro era che entrambi amavano la stessa persona. Lui.
Liberamente tratto da "Il giorno in più" di Fabio Volo.
orgogliosamente partorito dalla mente malata di Spippy alle 18:03 18 commenti
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martedì 15 gennaio 2008
Questione di....culo!
No, su, dai, non fate così..smettetela di piangere e di strapparvi i capelli dalla disperazione..adesso Spippy è tornata!! Dopo una lunghissima attesa di ben 3 giorni (eterni, immagino), sono di nuovo qua. Non chiedetemi in quale stato sia, l'importante è esserci. L'importante, a dirla tutta, è porre fine alla vostra crisi di astinenza da Spippolandia. Sono una droga, lo so lo so lo so.
Bando alle ciance, ora vi racconto di queste 24 x 3 ore passate lontane dalla rete o, meglio, passate lontane dal mondo. Eeeeh sì, perchè nonostante uno dei miei buoni propositi per il 2008 fosse stato quello di non ridurmi all'ultimo millesimodisecondo a studiare per un esame, sabato domenica e ieri li ho trascorsi all'Inferno, insieme a Dante. Usate la fantasia e immaginatevi la scena: io, Durante e Virgilio tutti allegri e zompettanti di girone in girone, giù, sempre più giù, verso il centro della terra. Un'intesa quasi perfetta ci ha uniti in questo viaggio allucinante (che altro tipo di viaggio può fare un'allucinata come me?)..non fosse stato per il fatto che io parlo il romagnolo dell'italiano contemporaneo, Dante il fiorentino illustre del Duecento e Virgilio un latino mooooolto antico che nulla ha a che vedere cor romano de Roma de oggi, saremmo stati davvero culo e camicia (io facevo il culetto sodo, loro 2 insieme la camicia, tanto che sono gai non è più un segreto). Mi collego un secondo al discorso-culo, per dirvi che sabato, domenica e lunedì ho trovato anche il tempo per farmi una corsa (alienata sì, ma non del tutto) e con l'ipod shuffle - regalo di mio fratello - sono andata alla grande. Per ora ci ho infilato quelle classiche canzoni che ti gasano, che magari non metteresti mai su in macchina o quando ti butti sul letto per poltrire, ma che quando accompagnano i tuoi passi sull'asfalto ritmano il fiato che è un piacere. Il culo c'entra perchè correndo si rassoda, chiaro no? Adesso mi scollego dal discorso-culo. Stamattina sveglia alle 6 e treno alle 6.56 per Bologna, perchè il tema di letteratura era fissato per le 8, un orario comodissimo soprattutto per i pendolari. Alle 7.40 io e Milena siamo davanti al portone della facoltà. Portone nero, altissimo, reso ancora più scuro dal buio dei portici di via Zamboni.. e noi studenti tutti là fuori accalcati proprio come le anime dei dannati che stanno per varcare la soglia dell'Inferno. In effetti sul portone mancava giusto giusto la scritta "Lasciate ogni speranza, o voi ch'intrate". Ore 8, rumore di catenaccio che si muove e la porta si apre. Ci lasciamo trascinare dalla fiumana su per gli scaloni del dipartimento. Ore 8.20 inizia il count-down e mi prende male quando il prof ci informa che abbiamo tempo fino alle 13.20.. 5 ore, ecccchecavolo, manco fosse la maturità. Ore 8.30, nel silenzio più totale (sapete quello che aleggia subito dopo la consegna dei titoli dei temi? ecco quello) il mio stomaco emette un gorgoglio spaventoso: ho una fame pazzesca. E dire che avevo fatto una bella colazione, alle 6. Spippy resiste, mastica furiosa il cevingum non rendendosi conto che così peggiora la situazione, trattiene una pipì insistente e picchiettante a discapito della sua povera vescica. Scrivo scrivo scrivo, me ne frego se sto seguendo più i miei viaggi mentali che ciò che Dante ha scritto realmente.. il tempo passa, tra i tentativi di copiare dai miliardi di bigliettini che mi ero preparata e i minuti interminabili con lo sguardo perso nel vuoto. Ore 12.50 Spippy consegna e corre al bagno. Adesso mi collego, invece, al discorso-corsa per dire che, oggi no, non sono andata a correre, ma nel tardo pomeriggio ho dato avvio alla mia stagione palestrica (passatemi questo poetismo). Un'ora di Total Body, sissssignore, Tutto Il Corpo: gambe, glutei, braccia, addominali. Ma credo che dia più l'idea metterla così: dopo 15 minuti io e le altre grondavamo di sudore, dopo 30 erano partite le gambe, dopo 37 il primo braccio, dopo 48 il secondo braccio e al 60' le chiappe non le sentivamo più. Gira che ti rigira sono tornata a parlare di culi....
P.S.: Scusate anche per l'assenza dai vostri blog: domani mi aspettano 8 ore di "lavoro" in biblio, quindi avrò tempo per passare a lasciare un segno!
orgogliosamente partorito dalla mente malata di Spippy alle 20:45 21 commenti
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